L’era post- Marino è cominciata e i cittadini romani conoscono le figure istituzionali che gestiranno le vicende capitoline fino alle elezioni di primavera. Al Campidoglio dal 31 ottobre c’è il commissario Francesco Paolo Tronca. Ma la sua squadra di governo l’ha scelta il Prefetto di Roma Franco Gabrielli. In tutto ha nominato sei subcommissari che costituiranno una sorta di giunta comunale. Sono funzionari dello Stato che vengono dalle prefetture italiane e dalla Ragioneria generale dello Stato.Si tratta di Ugo Taucer, Iolanda Rolli, Livio Panini D’Alba, Clara Vaccaro, Giuseppe Castaldo e Pasqualino Castaldi. Taucer e Panini D’Alba arrivano proprio da Milano dove Tronca era prefetto prima dell’incarico nella capitale. Il loro impegno immediato sarà la preparazione della città all’inizio del Giubileo.
Il governo non sembra però intenzionato a lasciare tutto nelle mani dei prefetti. Per venerdì 13 novembre è atteso il decreto che darà maggiori poteri a Gabrielli e a Tronca. Ma il presidente del Consiglio Matteo Renzi lavora alla costituzione di un gruppo che dipenda da Palazzo Chigi e che coinvolga il governo nell’amministrazione romana. Circolano i nomi che potrebbero far parte del dream team del premier. Due verrebbero dall’ex giunta Marino: Alfonso Sabella e Marco Rossi-Doria.
Il Pd romano e quello nazionale affrontano nel frattempo la campagna elettorale. Andranno alle urne le principali città italiane. L’avversario numero uno nella capitale è il Movimento Cinque Stelle che potrebbe sfruttare la voglia di cambiamento della città. A temerlo non è solo il Pd ma anche i partiti di centro-destra. Tanto che il ministro della Salute Beatrice Lorenzin arriva a proporre Alfio Marchini come candidato unico dei democratici e di Forza Italia a Roma. La proposta del ministro non viene però accolta dal Pd. A risponderle è Debora Serracchiani: «Marchini candidato dal patto del Nazareno a sindaco di Roma? L’ho negato assolutamente, noi corriamo da soli», ha detto la presidente della regione Friuli-Venezia Giulia e vicesegretario dem. Anche il consigliere politico di Berlusconi, Giovanni Toti, esclude l’ipotesi Marchini. Il momento di caos del Pd romano intanto non sembra finito. Il sindaco di Firenze Dario Nardella lo sottolinea: «Mi pare evidente che non bastino solo le dimissioni del sindaco a cambiare l’intera città. II lavoro che Renzi ha annunciato, ovvero una rivoluzione anche politica, un partito che si deve ricostruire da capo, è indispensabile», ha detto. Il Pd sembra quindi intenzionato a non perdere la partita nella capitale: «Renzi su Roma ha messo la faccia, come segretario del Pd. Proprio ora a Roma c’è spazio per la rinascita, e questo vale per la città come per il partito Democratico», ha aggiunto Nardella.
Lara Martino