Virginia Raggi

Virginia Raggi

Cresce la pressione sulla sindaca di Roma Virginia Raggi. Dopo l’inchiesta sulle nomine in Campidoglio, nella quale è indagata per abuso d’ufficio con Salvatore Romeo e Raffaele Marra, Raggi ha dovuto fare i conti anche con le dimissioni del suo assessore all’Urbanistica Paolo Berdini, rassegnate dopo aver rilasciato alcune dichiarazioni al veleno sulla sindaca.

In un colloquio con un giornalista de La Stampa, l’assessore ha dato dell'”incapace” alla Raggi. Le rivelazioni del quotidiano torinese, pubblicate l’8 febbraio, hanno creato scompiglio: Berdini ha prima smentito l’esistenza della conversazione poi, dopo la pubblicazione dell’audio dell’intervista, ha rassegnato le dimissioni, che sono state respinte con riserva dalla sindaca.

Insomma, dal caso polizze all’”audiogate” – come è già stata ribattezzata la vicenda di ieri – il clima al Campidoglio sembra tutt’altro che sereno. Ecco tappa per tappa cosa è successo.
Il caso Marra. Il 16 dicembre 2016 Raffaele Marra, capo del personale del Comune di Roma è stato arrestato dai carabinieri per corruzione a causa dell’acquisto di un immobile dell’Enasarco, l’ente di assistenza dei rappresentanti di commercio. Secondo l’accusa Marra avrebbe ricevuto denaro dal costruttore Sergio Scarpellini, anche lui arrestato. Marra però è poi stato anche indagato per abuso d’ufficio in seguito alle indagini sull’assunzione del fratello Renato, nominato responsabile della direzione del Turismo di Roma. Marra, insieme alla sindaca Raggi,  avrebbe violato i regolamenti «procurando intenzionalmente» a suo fratello «un ingiusto vantaggio patrimoniale».

Il caso polizze. Il 2 febbraio, Virginia Raggi è stata interrogata per 8 ore dai magistrati Francesco Dell’olio e Paolo Ielo in una struttura della Polizia nella periferia di Roma. Un interrogatorio nel quale sarebbe anche svenuta, dopo aver appreso dell’esistenza di due polizze sulla vita intestate a lei dal suo capo di segreteria Salvatore Romeo. «Non ne sapevo nulla, sono sconvolta», aveva detto la sindaca ai pm, dopo che era stata informata degli investimenti da 33 mila euro di Romeo a suo nome.

Prima delle elezione capitoline, Salvatore Romeo era un funzionario con competenza sulle aziende partecipate con uno stipendio da 39 mila euro.  Nel gennaio 2016, sei mesi prima delle amministrative, Romeo intesta le polizze alla futura sindaca, che una volta eletta lo sceglie come capo della Segreteria triplicandogli lo stipendio. Da 39 mila euro all’anno, Romeo passa a 110 mila euro – cifra poi ribassata dopo il parere contrario dell’Anac.

I magistrati non hanno rilevato reati legati alle polizze. Tutto regolare dunque, anche se hanno voluto sentire Romeo di persona in un interrogatorio il 9 febbraio.

Il caso Berdini. L’8 febbraio in Campidoglio scoppia anche il caso Berdini. Un giornalista de La Stampa ha infatti rivelato alcune dichiarazioni che l’assessore all’Urbanistica avrebbe fatto commentando l’operato della sindaca. Berdini ha giudicato la sindaca «impreparata» e incapace di amministrare. La notizia è ha fatto il giro sui giornali e l’assessore l’ha prima smentita e poi ha rassegnato le dimissioni dopo la pubblicazione dell’audio.

Tuttavia Virginia Raggi ha respinto con riserva le dimissioni dell’assessore, che poi ha corretto il tiro: «Sindaca impreparata? Tutti noi della Giunta siamo impreparati. Anche io mi ci metto, l’avevo già detto. Non immaginavo il baratro che ho trovato: la città é messa in ginocchio».