«Dobbiamo intraprendere una collaborazione win-win, vincente per tutti». Anche nella sua seconda giornata a Roma, il presidente iraniano Hassan Rouhani mette al centro l’economia. E, nel suo intervento al Business Forum Italia-Iran, si rivolge direttamente alle aziende: «L’Iran è il Paese più sicuro e più stabile dell’intera regione, siamo pronti a accogliere investitori stranieri». In questo senso, l’Italia partirebbe da una posizione di vantaggio perché «gli iraniani conoscono il vostro lavoro e si fidano di voi».
Parole che arrivano a un giorno di distanza dall’arrivo di Rouhani in Italia, il 25 gennaio. Dopo il benvenuto al Quirinale del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e l’incontro, in Campidoglio, con il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Tanti gli accordi di carattere economico e commerciale siglati, per una cifra che supera i 17 miliardi di euro. Dall’acciaio all’energia, dalle infrastrutture al petrolio. Qui, a fare la parte del leone con commesse intorno ai cinque miliardi, sono Saipem e Danieli, ma ci sono buone possibilità anche per Eni, Ferrovie e Fincantieri. L’obiettivo generale è quello di tornare il primo partner commerciale dell’Iran e riportare l’interscambio ai livelli del 2010, ovvero a sette miliardi di euro.
Accanto all’economia, ampio spazio anche alla politica, con la volontà comune di lottare contro il terrorismo dell’Isis: «Serve una grande coesione internazionale e tutti devono fare la loro parte fino in fondo senza ambiguità», ha raccomandato il presidente iraniano.
La sua visita – prevista a novembre ma poi rimandata per gli attentati di Parigi – è in realtà soltanto la prima tappa di un più ampio viaggio in Europa che lo porterà successivamente in Francia. Un risultato «storico» che arriva a seguito dell’accordo sul nucleare che lo stesso Rouhani giudica «un miracolo politico».
Andrea Cominetti