“Salvini ha cambiato slogan: da ‘prima gli italiani a ‘prima i francesi'”: è il senatore Andrea Cangini ad esprimere la rabbia di Forza Italia, dopo il voto contrario della Lega all’emendamento “salva Mediaset” presentato ieri in Commissione affari esteri. “La Lega – continua Cangini- ha votato contro la norma che difende le aziende nazionali di telecomunicazioni da scalate straniere”. L’emendamento, accorpato al dl Covid e firmato dalla relatrice Valeria Valente (Pd), dovrebbe coprire il “buco” lasciato nella legge Gasparri sulle tv dalla sentenza della Corte Ue , che faceva presagire futuri tentativi di scalata del colosso francese Vivendi alla società della famiglia Berlusconi.

Le manovre francesi – Il provvedimento, che garantisce all’Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) diritto di veto su possibili operazioni finanziarie, serve a scongiurare quello che alcuni analisti già definiscono il “rischio di colonizzazione” francese delle più grandi aziende nazionali: da Telecom a BNL sono infatti già molte le imprese italiane in mano ai cugini d’oltralpe, che tra il 2000 e il 2018 hanno rilevato 364 aziende per un valore totale di 73 miliardi di euro (fonte Truenumbers). Il no di un partito sempre protezionista in campo economico come la Lega – che ha poi deciso di astenersi nella seconda votazione in Senato- secondo gli osservatori potrebbe essere una mossa politica, dato che la società “da proteggere” in questione sia proprietà del presidente di Forza Italia: a questo punto, il voto contrario del carroccio prenderebbe la forma di un “avvertimento” a Berlusconi, reo secondo la Lega di un atteggiamento troppo collaborativo con l’attuale governo.

La smentita – Matteo Salvini, che già ieri in aula aveva negato ogni retroscena circa uno strappo nel centrodestra, in un’intervista al Sole 24 ore interviene di nuovo sulla faccenda: “siamo i primi ad aver denunciato tentativi di scalate”, tuttavia “non si fa un emendamento presentato alla chetichella alle 10 di sera in un provvedimento sul Covid, ma con una riforma organica in totale trasparenza”.  Di diverso avviso i vertici di FI, tra cui Maurizio Gasparri: “l’emendamento  risponde a un indirizzo generale di difesa del sistema produttivo italiano”. Contrasti interni che non lasciano indifferente la maggioranza a sostegno di Giuseppe Conte, che oltre a porre i riflettori sul malumore nell’opposizione mette la firma su un importante provvedimento a difesa di un’azienda italiana.