Gli alleati fanno muro, ma Matteo Salvini non molla. «Bisogna federare le idee per arrivare a proposte comuni sullo scostamento di bilancio, sul decreto Ristori e sulla manovra economica, con taglio dell’Iva e dell’Irap», è questa la linea dettata dal Carroccio per risolvere il rebus che ha investito il centrodestra. Dopo aver già lanciato l’idea di una federazione che possa coordinare e far lavorare insieme i gruppi parlamentari delle forze di opposizione, il leader della Lega ha ribadito nella mattinata del 23 novembre il suo intento ai microfoni di Radio Capital, per «essere più efficaci e portare a casa il risultato». Continuano però ad essere gelide le reazioni degli alleati di coalizione. Giorgia Meloni si è rifugiata dietro un silenzio che vale più di mille parole, mentre Silvio Berlusconi ha rigettato  al mittente la proposta, bollandola come «un’imboscata».

ANSA/ALESSANDRO DI MEO

La soluzione leghista al rebus del centrodestra – Vuole serrare i ranghi, Matteo Salvini. Dopo che il centrodestra ha vissuto la sua settimana più dura. L’apertura di Forza Italia a collaborare con il Governo sullo scostamento di bilancio, grazie all’introduzione nella manovra di misure care ai berlusconiani, come l’introduzione di consistenti aiuti per i lavoratori autonomi e una moratoria fiscale, ha provocato reazioni immediate negli alleati. Giorgia Meloni ha subito invitato il Cavaliere a prendere le distanze dal governo, mentre la Lega è passata dalle parole ai fatti, con tre deputati forzisti che sono passati al Carroccio, tra cui la fedelissima Laura Ravetto. Uno schiaffo che Berlusconi ha preso sul personale, rivendicando ancora una volta il proprio ruolo da protagonista all’interno della coalizione. Da qui il ramoscello d’ulivo di Matteo Salvini, con una proposta lanciata nella serata del 22 novembre dal salotto di “Non è la D’Urso”: «Gli italiani vivono un momento grave, non si può perdere tempo a litigare. Ho proposto una federazione del centrodestra per lavorare tutti insieme. Forse ci ascolteranno di più, se ci uniamo dentro e fuori dal Parlamento».

Gelo dagli alleati – Non si è fatta attendere la reazione di Silvio Berlusconi, che non ha ancora digerito lo smacco subito: «Non se ne parla nemmeno – avrebbe detto ai vertici del suo partito il Cavaliere – non finiremo sotto il cappello di Salvini». Per chiarire il suo pensiero il leader di Forza Italia si sarebbe lanciato poi in un duro attacco: «Io non voglio fare la fine dei socialisti, che per fare il blocco del popolo coi comunisti nel ’48 finirono poi sotto la loro egemonia». Salvini come i comunisti, dunque. L’appello del capopartito leghista non ha però acceso le fantasie nemmeno della sua alleata più fedele, Giorgia Meloni. Fratelli d’Italia si è barricata dietro un no comment che potrebbe nascondere una netta bocciatura. Al momento per il partito della leader romana una federazione sotto la guida di Salvini apparirebbe più come un rischio che una reale opportunità.