Alt all’aumento da 350 euro. I ticket, per adesso, sono in salvo. Ma il pericolo che dal 1° gennaio del prossimo anno i costi sanitari possano aumentare non è ancora scongiurato. L’entrata in vigore della nuova “stangata” è infatti prevista ormai da tempo, dalla manovra estiva del 2011, quando al Tesoro sedeva Giulio Tremonti. I ministri dell’economia Fabrizio Saccomanni e della salute Beatrice Lorenzin stanno però lavorando per evitare una misura che potrebbe portare sempre più cittadini italiani all’estero: in cliniche private dalle tariffe più competitive del nostro sistema pubblico.

«Anche io voglio che i cittadini non si trovino a gennaio con questo balzello». Il presidente del consiglio Enrico Letta, che nella mattina del 27 maggio ha incontrato a palazzo Chigi i presidenti di regione, si è mostrato altrettanto deciso nell’opporsi ai rincari.

Evitare l’aumento dei ticket significa, per il governo, trovare due miliardi di euro. Un’idea, però, sembrerebbe esserci già: la mancata entrata potrebbe essere compensata dai risparmi di spesa realizzati nel corso del 2012. Lorenzin, tuttavia, si mostra cauata: «Niente annunci eclatanti – ha precisato – Prima vogliamo trovare soluzioni concrete. Fin dai primi giorni di lavoro dobbiamo affrontare il nodo della spesa sanitaria nel suo complesso. Fondamentale è il Patto per la salute, con le Regioni. È chiaro che nel prossimo bilancio non potrà non essere rideterminato il livello del finanziamento del servizio sanitario».

Una soluzione si dovrà trovare in breve tempo: una sentenza della Corte costituzionale ha già definito illegittimo la modalità con cui il rincaro dei ticket sarebbe introdotto. A quest’aspetto si era già interessato il precedente ministro Renato Balduzzi, ma la questione – che diventa dunque anche “tecnica” – resta sul tavolo del nuovo governo.

Giulia Carrarini