andrea-colletti-ansa

Andrea Colletti, deputato del Movimento Cinque Stelle (Ansa)

Lì è stato il primo partito alle ultime elezioni politiche, ma adesso è fuori dalle regionali. In Sardegna il Movimento Cinque Stelle ha deciso che non parteciperà alla competizione del prossimo 16 febbraio. Colpa dell’accordo sul nome del candidato governatore e sulle regole per sceglierlo, mai raggiunto. «Se non ci sono le modalità per fare bene politica, tanto vale non presentarsi»: così è stato spiegato il passo dal parlamentare Andrea Colletti. «Una cosa positiva», perché «dimostrazione che non ci interessa la poltrona ma ci interessa fare qualcosa». Anche se la deputata Emanuela Corda, nel post sulla pagina Facebook “Amici di Beppe Grillo in Sardegna” in cui ha dato l’annuncio ufficiale della mancata corsa, descrive un Movimento spaccato dal «troppo protagonismo».

Al netto delle valutazioni dei grillini, resta una lista che non viene presentata entro la scadenza. Domenica 5 gennaio, a Riola Sardo, in provincia di Oristano, è stato fatto l’ultimo tentativo di compilare un elenco da far certificare allo staff di Beppe Grillo. Pochi giorni prima, il leader del M5S era stato chiamato in causa anche con uno sciopero della fame, perché si convincesse a concedere il simbolo per partecipare alla gara elettorale. «Un ultimo tentativo per dare un senso al lavoro di tutti, ma soprattutto per ridare “unità” ai gruppi che fino a ieri non riuscivano a trovare la giusta sintesi», ha spiegato Emanuela Corda. «Io la consideravo un po’ come un ultimo banco di prova per un nuovo inizio. Sapevamo già d’essere fuori tempo massimo, per la presentazione di una lista condivisa».

Una lista che, alla fine, non è arrivata. Il motivo secondo Corda? «Ancora troppo livore, troppa incoscienza, troppo protagonismo nell’esternare ai quattro venti, un malessere che è figlio primariamente delle nostre stesse debolezze e delle nostre fragilità. Malessere che meriterebbe un approfondimento e un’elaborazione prima d’essere consegnato in pasto ai lupi con sconsiderata leggerezza, come tanti hanno fatto in questi mesi sugli spazi pubblici dei social».

Più morbido il giudizio del collega Andrea Colletti, che ai microfoni di Radio Città Futura ha commentato: «Si era arrivati ad un punto limite in cui non si riusciva a stare insieme in uno stesso gruppo e si è preso atto. Molto meglio quindi non presentare una lista piuttosto che presentarne una fatta male, con persone che magari non andavano d’accordo tra di loro». E che non andranno neanche al Consiglio regionale sardo.

Giuliana Gambuzza