Entro lunedì dovranno essere depositate le liste, ma la partita delle regionali in Sardegna si complica sempre di più. Christian Solinas, il governatore uscente dell’isola, è indagato per corruzione. La procura di Cagliari ha aperto a suo carico due filoni di indagini che riguardano una presunta compravendita di terreni appartenuti a Solinas in cambio di forniture sanitarie e l’ipotesi di pressioni per la nomina di Roberto Raimondi al programma Eni-Cbc in cambio della promessa di una cattedra e di una laurea honoris causa. La Guardia di Finanza ha sequestrato mercoledì 17 gennaio beni e immobili del presidente della Regione dal valore di 350mila euro. Il segretario della Lega Matteo Salvini parla di «giustizia a orologeria», mentre in Regione è prevista il 19 gennaio una riunione del Partito Sardo D’Azione per decidere quale sarà il futuro del governatore.

Il primo filone di indagini – Il primo filone di indagini descrive un presunto scambio di favori tra il presidente uscente Solinas e l’imprenditore Roberto Zedda. Il governatore avrebbe venduto a Zedda quattro ettari vicino a Capoterra (Cagliari) a un prezzo di gran lunga superiore rispetto agli standard di mercato. In cambio Zedda, con una sua società (Arionline srl) avrebbe ottenuto dalla Regione, dall’Ats e dall’Assl, molti soldi per il rifornimento di termoscanner all’epoca del Covid e per la fornitura di hardware e software nell’ambito di un project financing di Nuoro. L’indagine segue infatti il filone che era già stato aperto nel 2021. Allora, l’imprenditore aveva versato a Solinas una caparra equivalente a centinaia di migliaia di euro ma il governatore aveva precisato che le sue proprietà erano state messe in vendita su un sito immobiliare «come credo faccia la maggior parte delle persone comuni», e «che non si è mai addivenuti alla stipula dell’atto definitivo». Tra gli indagati in questo filone dell’inchiesta ci sarebbe anche il consigliere regionale Nanni Lancioni, in quota Partito Sardo D’Azione, il cui ruolo non è ancora stato chiarito.

Il secondo filone di indagini –  Oltre a Solinas e a Roberto Raimondi, nel secondo filone delle indagini della procura sono coinvolti anche il consulente del governatore Christian Stevelli, il direttore generale della E-Campus Alfonso Lovito e il rettore dell’università di Tirana Arben Gjata. Secondo gli investigatori, il presidente avrebbe fatto pressioni affinché Raimondi potesse essere nominato al vertice del programma Eni-Cbc. La nomina dell’ente, il cui obiettivo è la promozione economica e sociale di 14 Stati e partner europei che si affacciano sul Mediterraneo, spettava infatti alla Regione Sardegna. La designazione sarebbe stata legata alla promessa di una laurea honoris causa in Medicina in un’università albanese e di contratti di docenza per Solinas. Il rettore Gjata, intervistato sulla tv albanese, aveva comunque smentito che i riconoscimenti attribuiti al governatore fossero legati a uno scambio di favore.

«Giustizia a orologeria» – Solinas ha commentato le accuse così: «Questa indagine ha due elementi di rilievo: il primo è il tempismo, perché arriva mentre si decide il candidato presidente unitario del centrodestra, e l’altro riguarda il fatto che gli atti dovrebbero essere coperti da segreto istruttorio». La notizia delle indagini su Solinas arriva in un momento critico per la Lega quando ancora l’esecutivo nazionale è spaccato sulla scelta di chi candidare alle regionali in Sardegna. Sul governatore uscente, il segretario della Lega aveva puntato i piedi per una sua riconferma, mentre Fratelli d’Italia ha avanzato la candidatura del sindaco di Cagliari Paolo Truzzu. «Giustizia a orologeria», così Salvini ha definito l’operato della magistratura a poco meno di quattro giorni dalla consegna delle liste. «Tempismo perfetto», ha ribadito il vice del Carroccio Andrea Crippa. Il caso di cronaca potrebbe infatti sciogliere lo stallo in cui si trova il centrodestra favorendo però la nomina del partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Il 19 gennaio è prevista una riunione del Partito Sardo D’Azione che aveva espresso Solinas alle regionali del 2019 e che ora dovrà decidere su chi puntare. Secondo quanto riporta la testata la Repubblica, alcune frange del partito sardo sarebbero addirittura disposte ad appoggiare l’ex dem Renato Soru, già governatore dal 2004 al 2009, sostenuto da Rifondazione di Matteo Renzi.