Il 17 novembre il trasporto pubblico potrà scioperare, ma soltanto se consentirà ai cittadini di spostarsi ugualmente. È quanto ha deciso il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che martedì 14 novembre ha firmato un provvedimento di precettazione con il quale limita a sole quattro ore (dalle 9 alle 13) ai lavoratori dei mezzi pubblici il diritto di incrociare le braccia per non provocare un disagio eccessivo ai cittadini. I sindacati avevano dichiarato un’astensione di otto ore.

Cos’è la precettazione – Si tratta di un provvedimento amministrativo, col quale si può imporre di posticipare, limitare o cancellare uno sciopero. Secondo la legge n.146 del 1990, il procedimento precettivo può essere aperto qualora vi sia il «fondato pericolo di un pregiudizio grave e imminente ai diritti della persona costituzionalmente tutelati». Compreso, quindi, il diritto dei cittadini di accedere ai servizi pubblici essenziali, come quello del trasporto pubblico. Dal punto di vista contenutistico, l’ordinanza può quindi disporre “il differimento dell’astensione collettiva ad altra data, anche unificando astensioni collettive già proclamate, la riduzione della sua durata ovvero prescrivere l’osservanza da parte dei soggetti che la proclamano, dei singoli che vi aderiscono e delle amministrazioni o imprese che erogano il servizio, di misure idonee ad assicurare livelli di funzionamento del servizio pubblico compatibili con la salvaguardia dei diritti della persona costituzionalmente tutelati”. 

il funzionamento– Il potere di firmare una precettazione è nelle mani del presidente del Consiglio dei Ministri o di un ministro delegato, nel caso in cui il conflitto abbia rilevanza nazionale o interregionale. In tutti gli altri casi, invece, appartiene al prefetto o al corrispondente organo nelle Regioni a statuto speciale. Per evitare l’abuso di potere del governo su questo tema, con la legge del 1990 è nata anche la Commissione di garanzia dello sciopero nei Servizi pubblici Essenziali (CGSSE), ovvero un’autorità amministrativa indipendente di derivazione parlamentare che ha il compito di garantire che il diritto di sciopero dei lavoratori si concili con il godimento dei diritti costituzionali dell’individuo. Commissione che, tra l’altro, deve vigilare sui modi e sui tempi di convocazione degli scioperi. È la CGSSE a indicare la segnalazione dell’opportunità della precettazione. Nel caso in cui questa fosse invece un’iniziativa del governo per ragioni di necessità e urgenza, la Commissione deve comunque essere preventivamente avvisata. Era stata proprio la CGSSE, lo scorso 8 novembre, a determinare che l’agitazione di venerdì 17 novembre non può essere considerata sciopero generale (come proclamato dai sindacati), ma plurisettoriale, perché esclude circa 16 settori. Soltanto nel caso di sciopero generale ci sono alcune deroghe alla normativa. Non essendo questo il caso, bisogna applicare la disciplina dei singoli settori: lo sciopero non può quindi interessare il settore del trasporto aereo o il Corpo dei Vigili del Fuoco. Per questo motivo il garante ha chiesto ai sindacati la rimodulazione dello stop in alcuni settori. Il primo passo del procedimento amministrativo è quello di indagare se ci sono i presupposti per la precettazione. In seguito, si prosegue con l’invito rivolto alle parti a desistere dai comportamenti che determinano la situazione di pericolo. La legge prevede che, prima di procedere con la precettazione, ci sia un tentativo di conciliazione.

Lo scontro – Proprio per cercare un punto d’incontro, martedì Salvini aveva convocato un incontro con la Commissione di garanzia e i sindacati. Nulla di fatto: Cgil e Uil hanno confermato lo sciopero generale contro la manovra 2024 del governo Meloni, motivo per cui in serata il ministro dei Trasporti ha firmato la lettera di precettazione. Appena in tempo perché fosse valida, dato che, secondo la legge, l’ordinanza dev’essere emessa non meno di 48 ore prima dell’inizio dello sciopero. «La precettazione dello sciopero per il settore dei trasporti firmata dal vicepremier e ministro Matteo Salvini è un atto grave, di assoluta gravità. Una limitazione del diritto di sciopero. Non è mai successo prima», ha dichiarato il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. 

Le sanzioni – I lavoratori che scioperano senza rispettare il procedimento precettivo vanno incontro a una sanzione amministrativa pecuniaria da un minimo di 500 a un massimo di 1000 euro per ogni giorno in cui incrociano le braccia. La sanzione va stabilita tenendo conto della gravità dell’infrazione e delle condizioni economiche dell’agente. Anche i sindacati sono a rischio. Se l’inottemperanza è imputabile alle organizzazioni dei lavoratori, la sanzione sarà compresa tra un minimo di 5.000 e un massimo di 50 mila euro al giorno, tenendo conto della gravità delle conseguenze dell’infrazione e della consistenza economica dell’organizzazione, mentre qualora fosse imputabile alle imprese erogatrici o alle Amministrazioni pubbliche, la sanzione è costituita da un periodo di sospensione dall’incarico per un periodo compreso tra i 30 giorni e un anno.