«Anche Hitler e Mussolini vinsero le elezioni». È una frase che non passa inosservata, quella pronunciata da Antonio Tajani. E infatti ha scatenato un terremoto politico nel centrodestra. Il vicepremier e ministro degli Affari Esteri ha scelto parole forti per chiudere il capitolo sul terzo mandato ai governatori regionali, tema su cui la Lega ha sempre spinto con forza per consentire a Luca Zaia di ricandidarsi in Veneto. Ma Forza Italia non ci sta: «Due mandati sono sufficienti», ha ribadito Tajani, avvertendo sui pericoli dell’eccessiva permanenza al potere.
Le reazioni – Il riferimento ai regimi del Novecento ha infiammato la Lega, che ha reagito con indignazione: «Parole gravi, offensive, fuori luogo». A guidare il fronte del malcontento sono stati proprio i governatori leghisti (Luca Zaia, Attilio Fontana, Massimiliano Fedriga) che hanno chiesto a Matteo Salvini di convocare un vertice di maggioranza per sciogliere il nodo. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni per ora non ha commentato.
Anche le tasse – I dissidi sul terzo mandato non sono gli unici a lacerare la maggioranza. C’è anche la questione fiscale. Perché se Meloni ha ribadito l’importanza del taglio dell’Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche) e Tajani sarebbe sulla stessa linea, Salvini ha riportato sul tavolo il tema della pace fiscale tramite la rottamazione delle cartelle esattoriali.