Hanno portato anche una lavagna i professori che, in concomitanza con le votazioni alla Camera sul ddl Buona scuola, hanno manifestato oggi davanti a Montecitorio. Con loro anche i sindacati ed esponenti del Movimento Cinque Stelle e, riferiscono gli organizzatori del sit-in, pure Stefano Fassina è uscito a incontrarli. Roma 18 maggio 2015 ANSA/FABIO CAMPANA

Hanno portato anche una lavagna i professori che hanno manifestato oggi davanti a Montecitorio. Stefano Fassina del Pd è uscito a incontrarli ANSA/FABIO CAMPANA

Una lavagna con la scritta “La buona scuola siamo noi”. È questo il simbolo della protesta fuori da Montecitorio. Qui, studenti, professori e sindacati hanno organizzato un sit-in dal 18 al 20 maggio, giorni cruciali per la votazione alla Camera del ddl scuola.

E se in piazza si sentono frasi come “Procederemo con il blocco degli scrutini” e “È una riforma che distrugge il mondo della scuola”, lo scenario, all’interno del palazzo, è ben diverso. Si discute e si vota. Il 18 maggio è stato approvato l’articolo 9 del disegno di legge, il cosiddetto “super-preside”. Con 214 sì della Camera, i dirigenti scolastici potranno chiamare direttamente gli insegnanti che ritengono più preparati. Un punto questo su cui si era molto discusso nei giorni precedenti per la paura del nepotismo. Il ddl però è stato modificato rispetto al testo originale e la scelta dei professori non sarà definitiva ma varrà per tre anni, con la possibilità di successivo rinnovo. Ed è stato accolto anche un emendamento del Pd che prevede una pubblicazione online dei curriculum degli insegnanti, per rendere tutto più trasparente.

Si è arrivati a una decisione anche per i professori che hanno superato il concorso del 2012, e che non rientravano nel piano straordinario di assunzioni. Saranno comunque assunti negli anni successivi,fino all’esaurimento di tutti quelli che ne hanno diritto. Non solo a settembre 2016, ma anche “per i successivi anni scolastici”, come scritto nell’emendamento di Umberto D’Ottavio, del Pd, approvato da tutti i gruppi. Il 19 maggio è arrivato un sì anche per il bonus per merito dei docenti e la card da 500 euro nominale. Con questa carta intestata gli insegnanti potranno comprare libri didattici e acquistare biglietti per mostre e musei.

Rimangono però molti i docenti scettici. Nel gruppo dei circa cento manifestanti di Montecitorio, nonostante l’apertura al dialogo del Pd e le trasformazioni del testo avute in corso d’opera, continuano a sentirsi frasi di disapprovazione. “I parlamentari dovevano sfiduciare il governo, non ci interessano gli emendamenti”, spiegano.

Federica Villa