Giannini«La sentenza della Corte di Giustizia europea riguarda solo 15mila docenti, quelli che ogni anno vengono impiegati per coprire i posti vacanti e disponibili». Giovedì 27 novembre, il giorno dopo che l’Unione Europea ha “bocciato” l’Italia sui precari della scuola, il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini ridimensiona la portata del pronunciamento. Gli insegnanti interessati sarebbero molti meno dei circa 250mila di cuii sindacati parlano.

Così Giannini smentisce la possibilità di una pioggia di ricorsi sul ministero: «Non tutti coloro che hanno lavorato per brevi periodi nella scuola potranno avanzare pretese». Secondo il ministro, i contratti da regolarizzare saranno solo quelli legati alle supplenze annuali, incarichi a tempo determinato per la durata dell’intero anno scolastico. Come tutti i contratti a termine, non potranno essere ripetuti per più di tre anni.

Il ministro dell’Istruzione si spinge però oltr. E definisce la sentenza la conferma della politica di successo del governo contro il precariato. Il riferimento è alla riforma denominata #labuonascuola, per la quale il governo ha lanciato addirittura una consultazione online per i cittadini. Il progetto promette l’assunzione di 148mila precari e il principio è quello di non impiegare personale a tempo determinato per i posti vacanti. L’obiettivo è chiaro: evitare contratti che spesso vanno dal 1° settembre al 31 agosto e che vengono di solito rinnovati a oltranza all’inizio di ogni anno scolastico. «Il precariato storico è il fondamento marcio del sistema scolastico italiano», ha affermato Giannini.

Lara Martino