75 minuti. Tanto è durato il discorso di Matteo Renzi a Palazzo Madama

Il discorso programmatico di Matteo Renzi a Palazzo Madama è durato oltre 70 minuti

“Ok il Senato, adesso la Camera. Poi si inizia a lavorare sul serio. Domani scuole, lavoratori,imprenditori,sindaci a Treviso. #lavoltabuona“. Con questo tweet Matteo Renzi ha commentato, alle 7 del mattino di martedì 25 febbraio, la fiducia ottenuta al Senato. Quarantacinque minuti dopo la mezzanotte, la camera alta del Parlamento ha formalmente dato il primo assenso all’azione di governo dell’ormai ex sindaco di Firenze.

169 sì, 139 no. Questo l’esito della votazione dopo una giornata campale per il presidente del Consiglio. 5 voti favorevoli in meno rispetto alla prima fiducia del governo Letta senza l’appoggio di Forza Italia. La maratona parlamentare del capo del governo è iniziata alle 14.08 col discorso programmatico di rito, durato un’ora e dieci minuti. Un discorso a braccio, molto colloquiale, con una mano messa spesso in tasca. Scelte certamente non casuali che hanno spinto molti osservatori a dire che Renzi si rivolgesse molto più ai telespettatori che ai senatori presenti in aula. Nei 70 minuti di discorso, interrotti da diciassette applausi (pochi rispetto alla consuetudine) e diverse contestazioni, Movimento 5 Stelle in testa, i punti chiave sono stati i seguenti: lavoro, riforme costituzionali, scuola, giustizia, capacità di attrarre investimenti stranieri, investimenti privati nella cultura, compromessi sullo ius soli e sui diritti civili. Questi gli obiettivi dichiarati del nuovo governo.

Tra le riforme costituzionali c’è quella dell’abolizione del Senato. Il presidente Renzi è stato in questo senso chiaro: “Comunico fin dall’inizio che vorrei essere l’ultimo presidente del Consiglio a chiedere la fiducia a quest’Aula. Sono consapevole della portata di questa espressione, e anche del rischio di farla di fronte a senatrici e senatori che certo non meritano per qualità personale il ruolo di ultimi senatori a dare la fiducia a un Governo, ma è così. Non lo sta chiedendo un Governo: lo sta chiedendo un Paese, l’Italia”. Agli scongiuri molto coloriti del senatore leghista Roberto Calderoli, Renzi ha risposto sorridendo e ribadendo di voler attuare questo piano. Che passava, formalmente, dalla prima fiducia di Palazzo Madama. Ma oggi è il turno della Camera, dove Matteo Renzi è arrivato alle 10 per il discorso programmatico e la successiva votazione della fiducia.

Federico Thoman