Debora Serracchiani, neopresidente del Friuli Venezia Giulia con Matteo Renzi

La vittoria è del Partito democratico. Ma prima di tutto di Debora Serracchiani, neopresidente dell’XI legislatura in Friuli Venezia Giulia. Con uno scarto di 2000 preferenze sfila la carica al governatore uscente Renzo Tondo, lo sfidante del Pdl.

“Siamo diventati una bestia rara: un centrosinistra che vince non si è mai visto”, ha commentato la neopresidente. E prendendo le distanze in modo netto dalle elezioni politiche, la Serracchiani non nasconde la soddisfazione per il nuovo incarico e la sua eccezionalità in un panorama politico a dir poco confuso. “Non meritavamo di rimanere sotto le macerie di Roma, noi in Friuli siamo un’altra cosa. Autonomi, indipendenti e speciali”.

Avvocatessa trentanovenne con origini romane, ma residente da anni a Udine, conquista la sua terra d’adozione per una manciata di voti, con un’affluenza del 50,48%. Grazie anche alla legge elettorale promossa dall’ex governatore Illy, che le assicura un premio di maggioranza e non prevede ballottaggio, l’europarlamentare del Pd sale infatti con il 39,9% dei consensi complessivi.

Ma se la sfida in Regione ormai è vinta, la neogovernatrice prende ora posizione netta sulle guerre intestine che si consumano a Roma nel Pd. “Renzi premier? Trovo che il suo nome sia giustissimo e non capisco perché non dovrebbe esserlo. L’ho detto un mese e mezzo fa e ho preso randellate dal mio partito”.  La Serracchiani è certa che in questo momento il sindaco di Firenze sia la persona che riesce a raccogliere maggiore consenso, fiducia e maggiore speranza, perché capace di parlare oltre il recinto del Pd e a rappresentare meglio le istanze che vengono da un elettorato  mescolato, che non ha più un’ideologia radicata.

E su chi andrà alle consultazioni con Napolitano, Serracchiani rincara la dose contro la dirigenza del partito: “Non saprei, stanno già litigando”.

Silvia Ricciardi