Parte la volata alla “qualificazione in Europa” di Lega e Movimento 5 Stelle. Come nel mondo del calcio, anche le due principali forze di governo si avviano alla conclusione del loro personale campionato, iniziato circa un anno fa con l’avvio della legislatura. Il torneo, fino a qui senza esclusioni di colpi, avrà il suo culmine con le elezioni europee del 26 maggio. Ma già lunedì 20 maggio è in programma un decisivo scontro diretto: l’ultimo Consiglio dei ministri prima delle consultazioni continentali. Un appuntamento al quale i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio metteranno sul tavolo del presidente del Consiglio Giuseppe Conte i temi a cui tengono di più. Il più caldo è sicuramente il decreto “sicurezza bis”. Un provvedimento annunciato nei giorni scorsi dal ministro dell’Interno e leader leghista che porterebbe a una nuova stretta in materia di immigrazione. Salvini ha confermato questa intenzione domenica 12 maggio ospite di Lucia Annunciata a “Mezz’ora”: «Costa poco e aiuta la sicurezza, ci lavoriamo da settimane».

Fonte: ANSA/FABRIZIO TENERELLI

Decreto “sicurezza bis” – Per ora non c’è nulla di concreto e definitivo, ma esisterebbe già una bozza composta da 12 articoli. La prima parte è dedicata al contrasto dell’immigrazione: chi presta soccorso in mare senza attenersi agli obblighi previsti dalle convenzioni internazionali, alle istruzioni delle autorità competenti nell’area in cui avvengono le operazioni e a quelle dello stato di bandiera rischia pesanti multe (tra i 3.500 e i 5.500 euro per ogni migrante trasportato); ma anche sospensioni da uno a 12 mesi della licenza rilasciata dall’autorità amministrativa italiana, o la sua revoca. Il decreto modificherebbe inoltre il codice di navigazione assegnando al ministero dell’Interno la competenza per vietare o limitare il transito o la sosta nelle acque territoriali per motivi di ordine pubblico sottraendola al Mit guidato dal 5 Stelle Danilo Toninelli. Infine, sarebbe previsto lo stanziamento di 3 milioni in altrettanti anni per far partire le operazioni sotto copertura di una squadra di agenti di polizia stranieri allo scopo di contrastare l’immigrazione clandestina.

Le proposte pentastellate – Il decreto “sicurezza Bis” sta già provocando dei mal di pancia nelle fila del Movimento 5 Stelle. Non solo per l’inasprimento di alcuni vincoli in materia di immigrazione, ma anche per le proposte in ambito di ordine pubblico, ad esempio la trasformazione da violazione amministrativa in reato le azioni di chi si opponga alle forze dell’ordine con qualsiasi tipo di resistenza. Senza dimenticare l’eventuale perdita di competenze di Toninelli. Per questo Di Maio è pronto a contrattaccare. In primo luogo con l’idea del salario minimo orario a 9 euro, che il ministro del Lavoro e dello Sviluppo ha dichiarato di voler trasformare in legge entro agosto. Il M5s intende accelerare anche l’iter della legge sul conflitto di interessi che propone, tra le altre cose, di estendere l’incompatibilità con la carica di parlamentare a chi possiede patrimoni mobiliari e immobiliari superiori ai 10 milioni di euro. «Vediamo – ha detto Salvini a Radio 24 -, è giusto limitare certe sovrapposizioni ma se mi si chiede se è un’emergenza nazionale, dico no». Ma nelle ultime ore il ministro del Lavoro ha annunciato anche l’intenzione di sfruttare il miliardo “avanzato” dal reddito di cittadinanza per misure a sostegno delle famiglie, soprattutto incentivi legati al mondo scolastico.

Fonte: ANSA/FRANCO CAUTILLO

Gli altri fronti – Proprio sulla scuola rischia di aprirsi un nuovo fronte tra Carroccio e 5 Stelle. La Lega spera infatti di inserire il tema nel più ampio discorso delle autonomie inserito nel contratto di governo, altro dossier che potrebbe trovare spazio in Consiglio dei ministri. Veneto e Lombardia, forti dei referendum del 2017, ed Emilia Romagna attendono passi in avanti dal 15 febbraio, giorno in cui il ministro per gli Affari regionali Erika Stefani ha annunciato di aver chiuso l’istruttoria tecnica con i ministeri. Sul tavolo di Conte potrebbe finire anche la proposta di Salvini sulla flat tax, l’alleggerimento fiscale per i nuclei familiari con reddito annuo inferiore ai 50mila euro, per cui negli ultimi giorni è stato ipotizzato una sorta di scambio con il salario minimo.