Fonte: Pixnio.com

Per difendere sé stesso e la moglie aveva usato il web e Facebook. Ora è stato attaccato con un mezzo più tradizionale, ma non meno efficace: una lettera che Aboubakar Soumahoro ha ricevuto da due ex vicepresidenti della sua Lega Braccianti. Nella missiva, resa pubblica, i due ex collaboratori lo accusano, senza mezzi termini, di aver utilizzato in maniera impropria almeno una parte dei 250 mila euro destinati al sostegno dei lavoratori durante la pandemia. E’ l’ennesimo episodio che coinvolge la figura del neo deputato, già attaccato per la gestione non proprio esemplare di due cooperative affidate alla moglie e alla suocera, indagate per malversazione.

Lettera aperta – Dopo le accuse di ieri,  23 novembre, rivolte alla moglie, un reportage di Repubblica a pagamento) mette sotto i riflettori della legge anche il paladino dei lavoratori immigrati e ora deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Aboubakar Soumahoro, finora non indagato. Due amici e compagni di lotta, Sambare Soumaila e Alfa Berry, già un anno fa avevano indirizzato una lettera aperta, giunta poi alle forze di Polizia, che metteva in discussione la trasparenza del lavoro del sindacalista dei migranti. I due sono stati i co-fondatori e vicepresidenti della Lega Braccianti di Soumahoro. Proprio in virtù della loro posizione, atti alla mano, hanno evidenziato alcune incongruenze nei conti.

Babbo Natale – L’accusa ha dei toni forti. Il motivo del contrasto sono i soldi, 250 mila euro, che la Lega Braccianti ha raccolto durante il periodo pandemico tramite donazioni. Lo scopo: aiutare gli abitanti di quei ghetti da cui viene lo stesso Aboubakar. I vari interventi della Lega Braccianti per distribuire gli aiuti si sono svolti tra luglio e dicembre 2021. L’ultimo, quello decembrino nella baraccopoli di Borgo Mezzanone, resta nella memoria per le immagini del deputato vestito da Babbo Natale, intento a elargire doni ai più deboli. I conti, però, sembrano non tornare: la spesa complessiva di questi tour ammonterebbe secondo i registri contabili a non più di 60 mila euro. Lo scrivono i due ex vicepresidenti, che si domandano: “dove sono finiti gli altri 200 mila?”.

L’ipotesi – Alla domanda Berry e Soumalia hanno una loro risposta. A loro avviso, Soumahoro avrebbe messo in secondo piano i braccianti di cui si era fatto paladino. Gli incontri con loro avevano un solo fine, scattarsi dei selfie con quel panorama di poveri che sarebbero poi serviti a promuovere il suo personaggio politico. Anche i soldi avrebbero avuoto lo stesso scopo dei selfie: coprire le spese dei viaggi e di organizzazione della sua figura pubblica di politico e sindacalista. Nella lettera, i due hanno invitato il deputato a non farsi più rivedere tra i ghetti e le baraccopoli.

Le reazioni Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, i leader di Verdi e Sinistra Italiana che avevano spinto la nomina di Sumahoro a deputato, all’inizio hanno reagito in maniera diplomatica. Non c’è un’accusa frontale, ma l’invito al deputato sindacalista a prendersi le proprie responsabilità e ad affrontare la vicenda. Bonelli, in linea con il principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza, ha  la sua preoccupazione dietro un “vogliamo prima capire”. Bonelli ha poi dichiarato che le valutazioni che il gruppo parlamentare sta facendo non corrispondono alle voci sulle ipotesi di sospensione ed espulsione di Aboubakar. Il leader di Alleanza Verdi e Sinistra ha poi riferito di non essersi pentito di aver dato fiducia all’ex sindacalista, ma lo invita al dialogo. La Repubblica riporta che il prete della Caritas di San Severo, don Pupilla, in agosto ha inviato un messaggio al profilo Instagram di Fratoianni per metterlo in guardia su Sumahoro. Ma lo staff del deputato dichiara di non averlo visto.

Le accuse alla moglie – La procura di Latina aveva aperto ieri 23 novembre le indagini sulla suocera di Soumahoro per la gestione di due cooperative che si occupano di migranti in provincia di Latina. Le donne sono indagate per malversazione, il reato commesso da chi entra in possesso del denaro o dei beni per ragioni del suo ufficio e se ne appropria per proprio profitto. L’Ispettorato nazionale del lavoro da mesi sta facendo accertamenti anche sulla moglie del deputato. I controlli sono stati avviati dopo la denuncia di alcuni lavoratori e sarebbero adesso in via di conclusione. Il deputato, fino ieri, non era oggetto di indagini. Soumahoro ha reagito alla vicenda con uno sfogo su Facebook, in difesa della moglie che ritiene le accuse contro di lei un atto politico per affossare il marito.