Il 2024 è stato l’ennesimo “annus horribilis” per i suicidi nelle carceri italiane. Ma il 2025 è iniziato anche peggio: il 22 gennaio, nella relazione in Senato sulla situazione della giustizia, il ministro Carlo Nordio ha parlato del sovraffollamento degli istituti di pena e delle sue conseguenze. Il bilancio delle prime settimane ha visto sono nove suicidi contro i tre dello stesso periodo 2024. In totale l’anno scorso ci soono stati 89 suicidi tra i detenuti e sette tra gli agenti di custodia. Le persone ospitate nelle strutture di pena sono in tutto 61.861 per 47.067 posti. .

No all’amnistia – Una delle soluzioni al sovraffollamento potrebbe essere l’amnistia per i carcerati con pene inferiori ai 2 anni. Secondo Nordio cioò però «manifesterebbe debolezza da parte dello Stato». Il ministro ha annunciato un nuovo bando per 3.246 nuovi agenti di polizia penitenziaria per ridurre la pressione psicologica sugli agenti, che spesso ha esiti fatali.

Le soluzioni – Durante i 44 minuti di relazione il ministro ha offerto altre soluzioni. Tutte erano già presenti nel decreto svuota-carceri che Nordio ha presentato l’anno scorso. Per gli extracomunitari serve il rimpatrio. Questi detenuti sono circa un terzo delle persone carcerate. È il numero giusto per riempire gli istituti penitenziari, togliendo i detenuti in eccesso. I tossicodipendenti devono scontare la pena in altre strutture, le RSA (residenza sanitaria assistenziale). Ma queste strutture non sono adatte e fanno capo al ministero della Sanità, che non è competente in materia detentiva. Poi c’è Marco Doglio, il commissario straordinario con il compito di ampliare le strutture esistenti:166 milioni sono stati stanziati per queste operazioni e per la costruzione di due nuovi carceri (Forlì e San Vito al Tagliamento in Friuli).

Sostegno psicologico – «Non è vero che non si è fatto nulla contro i suicidi». Nordio rivendica anche i 5 milioni investiti ad aprile 2024 per il sostegno psicologico offerto nelle strutture. Ma erano fondi destinati al miglioramento dei servizi, non all’assunzione di nuovi psicologi, che rimangono ancora pochi.

Attacco ai magistrati – Durante la relazione il ministro Nordio ha anche attaccato i magistrati. Secondo Silvia Albano, presidente di Magistratura democratica, con la separazione delle carriere i magistrati diventerebbero dei superpoliziotti. Nordio risponde: «Lo sono già». Maurizio Gasparri ne approfitta, racconta il quotidiano la Repubblica. per fare i nomni dei magistrati che più si oppongono alla riforma: Silvia Albano, Stefano Musolino, Eugenio Albamonte e Luca Tescaroli. Pubblici. ministeri già sotto scorta per minacce.