«È un problema che abbiamo ereditato e dobbiamo risolverlo», ha spiegato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante la sua rubrica social Gli appunti di Giorgia. Il tema? Il Superbonus 110%. Una misura che dal 17 febbraio scorso – quando il governo ha deciso di bloccare la cessione dei crediti dei bonus edilizi e gli sconti in fattura – aveva causato spaccature nel governo e proteste da parte degli imprenditori. «A ogni italiano il superbonus è costato 2000 euro», ha continuato la premier, sostenendo che il decreto emanato dall’esecutivo fosse necessario per evitare di rivedere riforme economiche già approvate. «Se lasciassimo (lo sconto in fattura, ndr) fino a fine anno non avremmo i soldi per fare la finanziaria, altro che taglio del cuneo fiscale, scordiamoci tutto».

Reazioni Forza Italia – A sostegno del decreto si sono schierati anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, dopo aver sottolineato, però, l’importanza di rivedere in Parlamento il provvedimento e apportare modifiche per supportare famiglie e imprese rimaste coinvolte. Cambiamenti che gli esponenti di Fratelli d’Italia hanno già dichiarato di essere disposti a introdurre.

M5S – A scagliarsi contro l’esecutivo è stato, invece, il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, che, a poche ore di distanza dall’annuncio del blocco della cessione dei crediti, aveva riunito i parlamentari del partito per discutere la direzione da intraprendere. «È un decreto vergogna», ha dichiarato l’ex premier. «Il Governo vuole forzatamente convincere i cittadini che il Superbonus è una misura dannosa e non sostenibile».

Palazzo Chigi (Fonte: Wikimedia Commons)

Incontro – Lunedì 20 febbraio partiranno i tavoli di confronto tra governo, rappresentanti delle banche, delle imprese e dei costruttori. In primis sono attesi a Palazzo Chigi Abi, Cdp e Sace; a seguire Ance, Confindustria, Confedilizia, Confapi e Alleanza delle Cooperative Italiane. Incontri per cercare di trovare delle soluzioni pratiche. Il Corriere della Sera riporta, infatti, che le aziende a rischio fallimento sarebbero tra le 25 e le 40mila, con circa 90mila cantieri in attesa di ripartire.

Possibili soluzioni – Una delle risoluzioni che il governo sta vagliando è la cartolarizzazione del crediti. Una mossa finanziaria che permetterebbe di vendere come obbligazioni i crediti maturati con il Superbonus 110%, i quali verrebbero poi immessi sul mercato, in attesa di essere acquistati dallo Stato. Questa misura produrrebbe liquidità immediata e metterebbe fine a molti dei problemi sorti nelle ultime settimane.