Dopo anni di dibattiti, polemiche, compromessi mancati, qualcosa sembra muoversi. Il 19 aprile, grazie all’insolito asse di maggioranza costituito da Pd e Movimento 5 Stelle, è arrivato il via libera della Camera ai due articoli che costituiscono l’ossatura della nuova proposta di legge che disciplina la fase terminale del malato. Oggi 20 aprile è arrivata anche l’approvazione degli altri articoli, tra cui quello riguardante le Dat (disposizioni anticipate di trattamento) che garantirebbero a ogni cittadino di esprimere per iscritto le proprie volontà sul fine vita. Adesso la palla passa al Senato.
Il contenuto della legge – I due articoli approvati dalla Camera riguardano il consenso informato, ossia il diritto della persona a ricevere informazioni riguardanti il trattamento sanitario ed eventualmente di rifiutarlo. La norma costituisce un importante passo in avanti, dal momento che introduce la possibilità per il paziente di rinunciare alle cure, comprese nutrizione e idratazione artificiali. Lo scopo è quello di evitare il cosiddetto accanimento terapeutico e «ogni tipo di ostinazione irragionevole» della cura in caso di malattia inguaribile. Inoltre, per la prima volta si riconosce in maniera esplicita anche la possibilità, in presenza di «gravi sofferenze refrattarie ai farmaci», di ricorrere alla «sedazione palliativa profonda, in associazione alla terapia del dolore». Il medico è tenuto a rispettare la volontà espressa dal paziente e in conseguenza di ciò è esente da responsabilità civile o penale. Nel caso in cui il malato non sia cosciente, o sia minorenne, il secondo articolo prevede che un tutore legale o i parenti più stretti del paziente possano prendere una decisione al suo posto. Nel testo della legge non è mai menzionata la parola eutanasia, né si parla espressamente di “obiezione di coscienza”. Al medico viene comunque riconosciuto un certo margine di autonomia: «non ha obblighi professionali» è la formula utilizzata per sottrarlo al ruolo di semplice esecutore della volontà altrui. Non è passato invece l’emendamento che avrebbe escluso le strutture private, tra cui le cliniche cattoliche, dall’adesione alle norme sul biotestamento.
Le reazioni – Soddisfatta Donata Lenzi, relatrice per il Partito Democratico della legge sul testamento biologico, che si dice fiduciosa riguardo al mantenimento dell’intesa raggiunta con i parlamentari del M5S. Fortemente contrari gli alfaniani di Allenza Popolare così come gli esponenti di altre forze di centro-destra. «Legge ipocrita, apre a eutanasia e suicidio assistito», accusa Mara Carfagna, Forza Italia. «Viene ribadito un diritto costituzionale», sostiene Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, che ha aiutato a porre fine alla vita di Dj Fabo lo scorso 27 febbraio e di altri malati gravi portandoli in Svizzera, dove è legale il suicidio assistito. «Oggi finalmente l’Eluana di turno può evitare di farsi intrappolare in cure che non servono a niente», dichiara Beppino Englaro in un’intervista rilasciata al quotidiano la Repubblica. «Adesso è la persona che può disporre della sua salute in base ai suoi convincimenti. può pronunciare il famoso “no grazie” espresso nella mia prima intervista».