Ridiscutere il progetto, prendere tempo, evitare spaccature nel governo prima delle elezioni europee. Queste le ragioni che hanno spinto i due partiti di maggioranza, Lega e Movimento 5 stelle, a concordare una mozione da presentare alla Camera giovedì 21 febbraio per rimandare la decisione sulla costruzione del Tav, il treno ad alta velocità che collegherebbe Torino e Lione. Una vittoria per il partito di Luigi Di Maio, da sempre contrario all’opera ritenuta troppo costosa. Ma la Lega assicura che la sua posizione a favore del Tav non è cambiata.

Decisione congelata – La mozione firmata dai due capigruppo a Montecitorio, Francesco d’Uva per il Movimento 5 stelle e Riccardo Molinari per la Lega, impegna la maggioranza a «ridiscutere integralmente il progetto della linea Torino-Lione nell’applicazione dell’accordo Italia-Francia». Una tregua che blocca la spaccatura interna all’esecutivo in vista delle elezioni europee. La Lega è favorevole alla costruzione delle grandi infrastrutture tra cui il Tav, mentre il Movimento è contrario. La decisione di rimandare la discussione è utile a Luigi Di Maio, che potrà condurre tutta la campagna elettorale di primavera rassicurando la base sul fatto che la linea ferroviaria non sarà costruita. Posizione ribadita dalla sindaca di Torino Chiara Appendino (M5s): «La mozione è coerente col contratto di governo». Matteo Salvini, durante il suo viaggio in Sardegna per le regionali, cerca di non perdere l’appoggio di imprese e cooperative del Nord Italia e replica: «L’obiettivo è rivedere il progetto, risparmiare dove si può risparmiare e andare avanti».

«Scambio di favori» – Dura replica delle opposizioni, che nella mozione sul Tav dei partiti di governo individuano una concessione della Lega al voto contrario all’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini per il caso Diciotti. «Se andiamo avanti così saremo nella serie B d’Europa», ha detto il sindaco di Milano Beppe Sala, del Partito Democratico, che nella mattinata di giovedì 21 ha ricevuto a Palazzo Marino il primo cittadino di Lione Gerard Collomb. Contro la decisione congiunta di Lega e 5 stelle anche la Fim, il sindacato metalmeccanici della Cisl, e l’Alleanza tra le cooperative, che temono danni all’economia nazionale e perdta di posti di lavoro. «Si tratta di un tradimento nei confronti degli operai dell’area piemontese», ha detto Claudio Chiarle, segretario generale della Fim di Torino.

Vinca il migliore – Mantiene invece una posizione neutrale il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, che presenta la decisione della linea ad alta velocità come una sfida tra Italia e Francia. Interrogato dai cronisti che gli chiedevano dell’impatto ambientale del Tav, l’ex premier lussemburghese ha risposto: «È una decisione che devono prendere le due repubbliche, vedremo alla fine chi la spunterà».