Non si accenna a risolversi lo scontro Lega-5 Stelle sul caso Tav. L’analisi costi-benefici presentata il 12 febbraio dalla commissione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) sulla linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione ha provocato reazioni opposte tra i due partner di governo. Per il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli la relazione «è enormemente negativa, va considerato il bene del Paese». Ma si è opposto Matteo Salvini, leader della Lega: «Ho letto l’analisi, non mi ha convinto».
Fronte 5 Stelle – L’analisi costi-benefici sulla Tav sembra aver dato ragione alle posizioni che il Movimento 5 Stelle ha sempre rivendicato: i lavori per il completamento dei 12,5 chilometri italiani della linea alta velocità Torino-Lione vanno sospesi per motivazioni prevalentemente economiche. Secondo i dati dell’ultima relazione, i costi superano i benefici di 7-8 miliardi di euro. Il ministro Toninelli ha definito i dati «impietosi», ma ha assicurato che la decisione finale arriverà da questo governo: «Tra noi e la Lega si è sempre discusso in maniera concreta e obiettiva, tra persone per bene, prive di pregiudizi. Noi non ne abbiamo, sono convinto nemmeno loro». Parole diplomatiche, rotte però da un rifiuto a considerare legittime le contestazioni «all’unica relazione scientifica fatta da economisti dei trasporti», come l’ha definita il ministro.
Il premier Giuseppe Conte ha poi difeso i dati e la trasparenza dell’intervento della commissione: «Avevamo garantito che gli esiti di questa valutazione sarebbero stati resi disponibili a tutti i cittadini», ha scritto in una nota il premier il 13 febbraio. «Il governo prenderà una decisione politica nelle prossime settimane, ma non sarà condizionata da posizioni preconcette».
L’intransigenza di Salvini – Ma le dichiarazioni di questa mattina (14 febbraio) del vicepremier Salvini sono solo l’ultima goccia di un vaso che rischia di traboccare presto. A margine della presentazione del rapporto Agromafie a Roma, il leader della Lega ha risposto con un secco «no» alla domanda se la lettura dell’analisi lo avesse convinto: «Per me, più veloci viaggiano le merci e le persone e meglio è». Parole coerenti a quanto lo stesso vicepremier aveva esternato due giorni fa, prima di studiare il rapporto: «Leggerò le carte perché ho il rispetto del lavoro di tutti, ma io resto della mia idea». Salvini sembra aver tenuto questa linea, ma la sua intransigenza potrebbe aprire nuovi scontri con i 5 Stelle.
Opposizione Lega – La tensione nel governo è infatti palpabile da almeno due giorni, quando martedì 12 febbraio sono uscite le prime indiscrezioni sui costi della Tav. Il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari ha subito definito «non percorribile» la possibilità di non realizzare la Tav, perché l’analisi costi-benefici «non è il Vangelo».
Ad aumentare la tensione, ci ha pensato nella serata del 13 febbraio il sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Armando Siri – intervenuto come ospite a Otto e Mezzo su La7 – che ha tirato una stoccata al suo ministro di riferimento: «Toninelli doveva farmi leggere l’analisi costi benefici sulla Tav nei giorni scorsi, ma non è successo. Nessuno di noi l’ha letta». Il sottosegretario ha anche ricordato che, sospendendo i lavori, l’Italia dovrebbe pagare penali per un valore di circa 4 miliardi. «Concludere il progetto della Tav costa meno che fermarlo», ha concluso il sottosegretario.