La luce in fondo al tunnel della Tav sembra ancora lontana. La linea ferroviaria ad Alta velocità in costruzione, che collegherebbe Torino a Lione, è stata bocciata dal comitato tecnico incaricato di analizzare il rapporto costi-benefici dell’infrastruttura. Questo è quanto contenuto nel documento consegnato ieri, 9 gennaio, al ministero dei Trasporti dal professor Marco Ponti che ha guidato la stesura del resoconto. Nel testo, la realizzazione della Torino-Lione viene qualificata come inidonea e inopportuna dato che, riassumendo, in termini di miglioramento dei tempi di percorrenza, di abbattimento delle emissioni per il passaggio da gomma a rotaia e di crescita dell’economia per i cantieri della stessa opera, i vantaggi non giustificherebbero le spese.
Il governo – «Non l’ho letta, è uno studio preliminare», ha dichiarato questa mattina il vicepremier Luigi Di Maio durante un’intervista a Radio anch’io. «Aspettiamo il dato ufficiale – ha detto – i tecnici dovranno parlare e dire se quell’opera è un buon investimento». Il ministro del Lavoro ha poi aggiunto che il Movimento 5 stelle è contrario all’opera e che quelle risorse potrebbero essere invece utilizzate per migliorare la mobilità cittadina. Dell’avviso opposto è però il compagno di maggioranza e vicepremier Matteo Salvini: «Al governo si discute, anche sulle infrastrutture. Io sono a favore della Tav e affinché vada avanti», ha detto a Rtl 102.5 prima di auspicare un referendum popolare sul cantiere in caso di bocciatura effettiva da parte dei tecnici. «Sono agnostico sulla Tav», ha dichiarato invece il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha preferito non esprimere una posizione netta su uno degli argomenti che più dividono l’esecutivo giallo-verde. Il contratto di governo, lo ricordiamo, riporta: «Ci impegniamo a ridiscuterne integralmente il progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia», con una formulazione vaga che è frutto delle trattative fra le due forze di maggioranza.
Gli sviluppi – I 270 chilometri della Tav (al momento ne sono stati scavati 21) continuano quindi ad alimentare il dibattito interno al governo. Non mancano le polemiche sull’imparzialità della relazione del professor Marco Ponti, considerato vicino al Movimento No Tav. «Se i dati tecnici dell’analisi costi-benefici fornissero esito negativo, non mi stupirebbe. Il professor Ponti e i suoi collaboratori, del resto, non hanno mai fatto mistero delle loro convinzioni», ha detto il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, «Se si fa una valutazione politica, i benefici della Tav sono di gran lunga superiori ai costi». Il documento tecnico in mano al ministero dei Trasporti non è l’unico resoconto costi-benefici da valutare sulla Tav. In parallelo alle stime economiche è stata commissionata una relazione giuridica che esamini gli accordi con la Francia e con l’Ue e i contratti con i soggetti appaltanti. Le conclusioni della relazione giuridica, comunque, arriveranno «tra circa dieci giorni», fanno sapere dal Mit, ma già si sa che in caso di interruzione dell’opera l’Italia rischia di dover sborsare 2 miliardi di euro di penale.