Si continua a discutere del futuro della Tav: oggi, lunedì 12 novembre, il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Danilo Toninelli è a Parigi per confrontarsi con la sua omologa francese, Elisabeth Borne. Dopo la manifestazione “SiTav” di piazza Castello a Torino, che ha visto una grande partecipazione (con una forbice sui numeri che va da 25mila a 40mila persone), i vertici di Lega e M5s si sono espressi in maniera contrastante sull’Alta velocità. L’incontro nella capitale francese diventa quindi fondamentale per capire cosa ne sarà del progetto, sul quale anche l’Unione europea è spettatrice interessata.

Parigi ha fretta – Quando Toninelli aveva chiesto tempo a settembre per l’assegnazione dei bandi di 5 miliardi di euro di lavori per la Torino-Lione, la Francia aveva concordato perché l’Italia non era ancora uscita dall’emergenza riguardante Genova. Oggi, a un’ulteriore richiesta di slittamento di Toninelli, potrebbe andare peggio: la Borne vuole garanzie sull’avanzamento del progetto per far ripartire gli scavi del tunnel di 57,5 km sospesi a luglio. Il 5 novembre, il comune di Torino ha bloccato qualsiasi operazione in attesa di un’analisi costi-benefici. «Una decisione più simbolica che pratica», scrive il quotidiano francese Le Figaro, secondo il quale «ad attender troppo, la Francia rischia di perdere il finanziamento europeo al progetto». Sembra che Parigi non voglia più attendere i tempi del dibattito politico italiano.

Lo scontro – Le prime pagine odierne si spartiscono le opinioni discordanti di Lega e Movimento alla luce della manifestazione nel capoluogo piemontese. Il sottosegretario all’Economia, Laura Castelli, ha parlato al Fatto Quotidiano sostenendo l’importanza di rispettare «le persone che scendono in piazza», anche se la Tav rimane «un progetto troppo costoso e va completamente rivisitato». Taglia corto il vicepremier e ministro degli Interni Matteo Salvini: «Vanno portate a termine tutte le grandi opere cominciate». La mediazione, ancora una volta, spetta al presidente del consiglio Giuseppe Conte, intervistato dal direttore de La Stampa Maurizio Molinari. «Ascolterò l’opinione dei cittadini che in modo ordinato e composto hanno sfilato per esprimere il loro giudizio. A breve si concluderà la valutazione costi-benefici. Il dossier verrà esaminato con cura». Niente fretta, dunque, ma questo d’altra parte lo ha ribadito persino lo stesso leader del Carroccio: «Non vedo perché precipitare tutto. A gennaio potrebbe esserci la relazione. Vediamo».

Le altre voci – Mentre il governatore della Liguria Giovanni Toti chiede al M5s di sospendere il reddito di cittadinanza per finanziare la Tav, il sindaco di Milano Beppe Sala, ancora su La Stampa, fa appello alla collega di Torino Chiara Appendino, richiamandola ad ascoltare la voce del popolo sceso in piazza oltre a quella del suo partito. La Appendino si è detta disponibile a dialogare con il movimento Sì Tav, ma il promotore della manifestazione torinese e della petizione su Change.org (che conta quasi 65mila adesioni), Mino Giachino, sembra di diverso avviso e ha risposto di voler parlare solo «con il governo e con il parlamento». E ha aggiunto: «Porteremo dati su costi e benefici dell’opera raccolti attraverso il lavoro di economisti ed esperti di logistica, gli unici in grado di esaminarli».