elezioni“A questo punto, la riforma elettorale così com’è stata sottoscritta deve essere approvata. E subito, senza ulteriori tentennamenti. Non c’è spazio per provvedimenti che snaturino il senso dell’accordo siglato da Berlusconi e Renzi”. Giovanni Toti, consigliere politico di Berlusconi, mette in guardia il premier: Non approvare quella riforma – prosegue – vorrebbe dire tradire la fiducia degli elettori”.

Non comincia con i migliori auspici l’esame alla Camera della riforma della legge elettorale. Oltre alle polemiche, arriva il primo slittamento: la riunione del comitato dei nove della commissione Affari costituzionali era stata anticipata alle 10.45 di martedì per poi essere di nuovo spostata alle 16. All’ordine del giorno l’esame dei 40 nuovi emendamenti presentati lunedì. Le proposte di modifica all’Italicum depositate dai vari gruppi in totale sono 446, ma sono soprattutto gli emendamenti di Giuseppe Lauricella, Pd, che lega di fatto la riforma elettorale a quella del Senato e del collega di partito Alfredo D’Attorre, approvare cioè l’Italicum soltanto per Montecitorio, ad alzare il polverone. Per Renato Brunetta, Forza Italia, sono modifiche che fanno cadere la riforma su cui si era raggiunto l’accordo bipartisan, “campacavallo”, ironizza l’ex ministro e aggiunge: “se non vengono immediatamente ritirati l’accordo salta”. Secondo D’Attorre, però, è importante che le due riforme vadano di pari passo, perché “la legge elettorale come concepita da Renzi e Berlusconi, non andrebbe più bene in mancanza di riforma del Senato”.

Intanto il premier e Denis Verdini cercano di trovare una soluzione alla nuova grana elettorale per evitare passi falsi alla Camera dove la legge approderà mercoledì. I nodi, però, non sembrano affatto sciolti. Matteo Renzi avrebbe parlato proprio della necessità di una forma di collegamento tra la legge elettorale e la riforma del Senato con i rappresentanti di Forza Italia. Ipotesi che non piace a Silvio Berlusconi, e intanto, anche se Matteo Renzi assicura: “Ce la facciamo”, febbraio che doveva essere il mese della riforma del sistema di voto, è finito.

Silvia Sciorilli Borrelli