Il futuro del centrosinistra è ancora tutto da scrivere. Nonostante il “campo largo” sia riuscito a trovare un accordo per le elezioni regionali di queste settimane, non mancano divergenze, malumori e tentativi di aprire a “nuove geometrie”. Mentre continuano le manovre al centro, dalla neonata Casa Riformista guidata da Matteo Renzi fino al nuovo progetto dell’assessore al Turismo di Roma Alessandro Onorato, Movimento 5 Stelle, ala sinistra del Pd e Avs si dividono sul tema di un’eventuale patrimoniale. E, come la definisce Alfio Mastropaolo sul Manifesto, sembra iniziata la “campagna d’autunno anti-Schlein” da parte dell’ala più moderata del centrosinistra e del Pd stesso. In contrapposizione alla segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, per gli analisti comincia a serpeggiare sottotraccia l’ipotesi della candidatura della sindaca di Genova Silvia Salis in eventuali primarie per stabilire il leader della coalizione, pur con le smentite delle dirette interessate.
La patrimoniale divide – Alla domanda sull’ipotesi di una tassa patrimoniale, il leader del M5s Giuseppe Conte è stato netto: «Non so se a sinistra c’è una discussione sulla patrimoniale, ma per quanto ci riguarda – noi siamo una forza progressista indipendente – una patrimoniale non è all’ordine del giorno», ha detto a margine dell’evento “Unite”. Qualche giorno fa, in collegamento all’Aria che tira, aveva invece risposto così a David Parenzo: «Quando parla con me, lei non parla con la sinistra», ribadendo la volontà di mantenere distinti dalle altre forze progressiste l’identità e il posizionamento del Movimento. Rispetto a una tassa sulla ricchezza netta, è arrivata all’Ansa la replica indiretta all’ex premier di uno dei due leader di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli: «Per noi» la patrimoniale «è all’ordine del giorno perché è una misura di equità sociale. Dopo le regionali si dovrà avviare con le forze di opposizione un tavolo per la costruzione del programma per il governo del paese. E noi porremo tra le questioni prioritarie – insieme al caro bollette, al caro affitti, alla carenza di investimenti per la scuola – la questione patrimoniale». Ospite il 6 novembre a un evento organizzato dal quotidiano Domani, Schlein aveva spiegato invece di essere favorevole a «una tassazione a livello europeo sulle persone che hanno milioni a disposizione, cioè a una tassazione sui miliardari».
Movimenti al centro – Renzi ha lanciato qualche settimana fa il contenitore centrista Casa Riformista, che si è presentato in coalizione con Pd e 5s in Toscana e in Calabria, mentre Onorato ha dato vita al “progetto civico Italia“. Entrambi si propongono come la gamba moderata e centrista della coalizione. Sia Renzi alla Stampa che Onorato al Messaggero hanno spiegato poi che, se dovessero tenersi primarie di coalizione per scegliere la guida del centrosinistra in vista delle elezioni politiche 2027, presenterebbero un loro candidato, da schierare presumibilmente contro Conte e Schlein.
L’ipotesi Salis – Secondo più parti, per Renzi e Onorato l’aspirazione sarebbe quella di presentare alle primarie Silvia Salis, che ha partecipato all’iniziativa renziana della Leopolda e al lancio del movimento dell’assessore di Roma. Onorato, nella stessa intervista, non ha escluso l’ipotesi: «Vediamo, è presto». Stessa linea di Renzi: «Sarà dove deciderà di stare lei», aveva spiegato l’ex premier ad Agorà di Rai 3. Per ora, tuttavia, è Salis stessa ad aver escluso a più riprese una candidatura anti-Schlein: «In linea teorica sono contraria alle primarie perché le trovo uno strumento che divide. Premesso che sono la sindaca di Genova e voglio continuare a farlo, ma una persona che affronta le primarie in un campo progressista deve fare praticamente campagna elettorale contro gli altri leader di partito», aveva detto ospite a Otto e mezzo di La7. Ipotesi inesistente anche per Schlein, che alla domanda del direttore di Domani Emiliano Fittipaldi su Salis leader del centrosinistra ha risposto: «Questo è un gioco molto diffuso nelle società patriarcali: mettere donne contro altre donne nonostante abbiano dimostrato di saper lavorare di squadra».
Tensioni nel Pd – Come racconta Francesca Schianchi sulla Stampa, una porzione dello stesso Partito Democratico, l’ala moderata ed ex renziana, non digerirebbe una candidatura a palazzo Chigi di Schlein, segretaria dal 2023, considerata troppo a sinistra. Le tensioni sono concrete, pur sottotraccia. E molti all’interno del Pd, secondo Schianchi, vedrebbero effettivamente di buon occhio Salis come federatrice della coalizione.




