Lam Magok Biel Ruei, vittima e testimone delle torture del generale libico Osama Almasri, ha presentato alla Procura di Roma una denuncia per favoreggiamento a seguito del rilascio da parte del governo italiano. La denuncia è stata rivolta ai ministri della Giustizia e dell’Interno, Nordio e Piantedosi, e alla presidente del Consiglio Meloni che, secondo quanto dichiarato dalla vittima, «hanno sottratto il torturatore libico alla giustizia».
«Io sono stato vittima e testimone di queste atrocità, orrori che ho già raccontato alla Corte penale internazionale, ma il governo italiano mi ha reso vittima una seconda volta, vanificando la possibilità di ottenere giustizia sia per tutte le persone, come me, sopravvissute alle sue violenze, sia per coloro che ha ucciso sia per coloro che continueranno a subire torture e abusi per sua mano o sotto il suo comando», si legge nella denuncia di Ruei.
Per l’esposto presentato dai legali della vittima, il ministro della Giustizia Nordio «avrebbe potuto e dovuto chiedere la custodia cautelare del criminale ricercato dalla Corte penale internazionale», mentre «il decreto di espulsione firmato dal ministro dell’Interno, con l’immediata predisposizione del volo di Stato per ricondurre il ricercato in Libia, ha consentito ad Almasri di sottrarsi all’arresto e di ritornare impunemente nel suo Paese di origine, impedendo così la celebrazione del processo a suo carico».
Per i legali dell’uomo, un comunicato ufficiale della Corte penale internazionale dimostrerebbe che «le autorità italiane erano state non solo opportunamente informate dell’operatività del mandato di arresto, ma anche coinvolte in una precedente attività di consultazione preventiva e coordinamento volta proprio a garantire l’adeguata ricezione della richiesta della Corte e la sua attuazione». Il comunicato riporta inoltre che «le autorità italiane hanno chiesto espressamente alla Corte penale internazionale di non commentare pubblicamente l’arresto di Almasri, dimostrando, quindi, di esserne a conoscenza».