Il premier Matteo Renzi a Bruxelles.

Il premier Matteo Renzi a Bruxelles.

Una delle ultime istantanee è l’arrivo di Matteo Renzi a Bruxelles, sotto un cielo plumbeo. Ultimo Consiglio europeo, il 18 dicembre, a guida italiana. Finisce il 2014 e termina anche il semestre italiano di presidenza Ue. Dunque, tempo di bilanci. Sugli inizi felici, pochi dubbi. Sulla conclusione, qualcuno in più. Anche se resta soprattutto la grande vittoria italiana nella nomina di Federica Mogherini a Lady Pesc.

Nell’ultimo summit ufficiale da presidente del Consiglio europeo, per il premier in agenda c’è soprattutto un vertice sul libero scambio tra Unione europea e Stati Uniti, oltre ad una riunione dei socialisti europei. Il debutto invece per Renzi era stato decisamente più solenne, con la forte investitura ricevuta dalle urne, dopo le elezioni di maggio. Col 40,8% di consensi del Pd, aveva sbaragliato tutti gli altri leader europei che hanno dovuto fare di più i conti con una presenza sempre più consistente dei movimenti euroscettici. Lungo e ambizioso è stato allora il programma annunciato dal Governo italiano, sul sito dedicato alla presidenza italiana. A guardarlo oggi, a conclusione dei sei mesi, non proprio tutte le promesse sono state mantenute. E molte restano le questioni ancora aperte.

Crescita economica e occupazione, attenzione ad energia e clima, digitalizzazione, immigrazione e approvazione del progetto “Made In” sono stati gli obiettivi principali, perseguiti in mesi resi ancor più difficili per il ruolo italiano anche per il turnover  in Parlamento e in Commissione.

Crescita economica e occupazione.  Il nuovo presidente della Commissione Jean Claude Juncker ha annunciato un piano di investimenti da 315 miliardi per dare nuovi finanziamenti a progetti di crescita europea. Un risultato buono, arrivato dalle battaglie condotte dall’Italia per tenere in considerazione le clausole di flessibilità previste dai trattati europei. Da ricordare però che oggi sono presenti solo 21 miliardi di quelli promessi, per questo obiettivo dell’ ultimo Consiglio europeo del semestre è anche chiedere un contributo diretto degli altri 27 stati Ue. Sconfitta sul piano dell’occupazione invece. La proposta di un aumento di 6 miliardi del fondo di garanzia per i giovani non ha trovato consensi. Buone possibilità invece di vedere approvato il bilancio per il 2015.

Clima ed energia. Il 23 ottobre 2014 è stato approvato l’atteso pacchetto di regole sul clima: sotto la presidente italiana arriva così a conclusione un lavoro avviato già dalle precedenti presidenze di turno. Un traguardo che ha permesso all’ Europa di avere un ruolo fondamentale durante la conferenza di Lima, dello scorso 14 dicembre, sui cambiamenti climatici. Bene anche la campagna di sensibilizzazione condotta per tutelare la scelta degli stati di non coltivare prodotti OGM. Non arriva in porto invece il progetto “Made In”, osteggiato soprattutto dalla Germania: gli Stati, per ora, non sono ancora obbligati a indicare l’origine dei prodotti.

Immigrazione e politiche estere. È nato Triton, programma comunitario di sostegno all’Italia, sul fronte immigrazione. Sostituisce l’operazione Mare Nostrum, introdotta dopo il tragico naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013 con 366 vittime. Tuttavia i 3 milioni di euro per finanziare il progetto sembrano troppo pochi difronte agli oltre 250.000 immigrati arrivati in Italia nell’ultimo anno. Gli appelli del premier Renzi non sembrano dunque aver sortito l’effetto sperato, o almeno, lo hanno fatto solo in parte.

Sono invece continuati i negoziati di adesione con i Balcani e quelli con la Turchia oltreché con i paesi emergenti. Una vittoria diplomatica di sicuro importante per l’Italia è stata invece la nomina di Federica Mogherini, già ministro degli esteri, come Lady Pesc, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri.

Digitalizzazione. Quasi nulla di fatto per il progetto di un’agenda digitale comunitaria, con procedure più veloci e una minore burocrazia: ora toccherà alla Lettonia, che prende il testimone dall’Italia per la guida dell’Ue, occuparsene. Troppo pochi gli sforzi per fare approvare subito il progetto.

Ombre e luci per l’Italia in Europa dunque. Il primo ad ammetterlo è stato lo stesso Renzi, prima di partire per Bruxelles per l’ultimo vertice della presidenza: “È una fase straordinariamente delicata e difficile, l’Europa è a un bivio”.

Federica Villa