Il gruppo dei Paesi dell’Unione Europea a non prevedere alcun tipo di tutela per le coppie omosessuali si assottiglia ancora. Dopo il referendum irlandese di venerdì 22 maggio, sono rimasti solo in 9: Italia, Grecia, Cipro, Lituania, Lettonia, Polonia, Slovacchia, Bulgaria e Romania. L’Italia è l’ultimo Paese, tra i membri fondatori dell’Ue, a non aver deliberato sul tema. Eppure, è dal 3 luglio del 2013, che in Senato si discute un provvedimento per regolamentare le unioni di fatto tra persone dello stesso sesso. Dopo quasi due anni , il ddl per le Unioni Civili sarà discusso in Commissione Giustizia del Senato il 3 giugno. La senatrice del Pd Monica Cirinnà, relatrice in commissione, ne chiederà subito la calendarizzazione.

Il testo, che prende in prestito il modello tedesco, parla espressamente di unioni civili tra persone dello stesso sesso e non di matrimonio. “Le unioni civili non sono equiparabili al matrimonio – spiega Monica Cirinnà – e sia chiaro anche che le adozioni restano riservate alle coppie di sesso diverso unite in matrimonio». Quindi le coppie omossessuali non potranno né adottare né accedere alla fecondazione assistita. Avranno però la possibilità di poter adottare il figlio biologico del convivente, la cosiddetta “stepchild adoption”. Il testo riconosce anche alle coppie di fatto, conviventi non sposati dello stesso sesso o eterosessuali, i diritti di assistenza in ospedale, subentro nel contratto di locazione, tutela del partner più debole e alimenti in caso di cessazione della convivenza.

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Il progetto è avvallato dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi che, alla tv Primo Canale, assicura che «L’Italia ha una proposta di legge presentata dalla senatrice Cirinnà, e sarà votata tra luglio e settembre. Credo che possa funzionare e avere i voti in Parlamento». Tuttavia, con oltre 4mila emendamenti presentati, il vero protagonista della discussione rischia di essere l’ostruzionismo e il premier potrebbe non essere in grado di mantenere gli impegni. Tanto che è al vaglio l’ipotesi di ricorrere all’escamotage del “canguro” per ridurre il più possibile il numero degli emendamenti e accelerare i tempi, così come è stato fatto per le riforme costituzionali. Il rischio per Renzi è di essere sorpassato “a sinistra” da Silvio Berlusconi, le cui dichiarazioni in materia di unioni civili a `Che tempo che fa´ hanno colto molti di sorpresa. «Forza Italia ha un dipartimento per diritto civili che si sta occupando di questo. Io personalmente credo che non vi sia motivo per cui in uno stato civile un fidanzato e un fidanzata etero o dello stesso sesso non possano assistere l’altro se malato o lasciare in eredità qualcosa».

Non è di questo avviso il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi: «Il Pd ha già fatto molto sulla questione dei diritti. Su questi temi il Pd è protagonista e credo che subito dopo il voto saranno affrontati fino in fondo per approvare una buona legge». Apertamente a favore del progetto si sono già schierati diversi esponenti parlamentari. Il presidente del Senato Laura Boldrini e il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova commentano il risultato del referendum irlandese dal loro account Twitter, auspicando che adesso arrivi il turno dell’Italia di approvare una legge sulle unioni civili. Sulla stessa linea i commenti a caldo dei senatori Pd Roberto Speranza e Andrea Marcucci, primo firmatario del ddl, che sperano si arrivi all’approvazione del testo entro l’estate.

A opporsi apertamente al testo è il gruppo di Ncd-Ap che ha presentato quasi 3 mila emendamenti «tutti volutamente ostruzionistici», come ha voluto specificare il senatore Maurizio Sacconi, sostenuto dal compagno di partito Carlo Giovanardi che, da solo, ha contribuito con quasi 300 emendamenti e dal senatore Pdl Lucio Malan che ne ha firmati 700. «In Italia anche un referendum non potrebbe estendere l’istituto del matrimonio alle coppie omosessuali perché la Costituzione lo riserva alla famiglia naturale in quanto aperta alla procreazione». Questa è la posizione di Sacconi che si oppone anche alle adozioni e alla reversibilità della pensione. Opinione avvallata dal segretario della Lega Nord Matteo Salvini: «Io personalmente non sono d’accordo a chiamare le nozze gay come matrimonio. Il matrimonio, quello che tende a far nascere dei figli, prevede la presenza di un uomo e di una donna».

Alessia Albertin