Scricchiola il fronte in favore delle unioni civili e della stepchild adoption in Senato. La marcia indietro di 30 senatori del Partito Democratico complica l’approvazione del Ddl Cirinnà. Il disegno di legge prevederebbe la possibilità di adottare il figlio del proprio partner. Si fa sentire l’ala cattolica dem che critica l’adozione anche in coppie omosessuali. Per questo ha deciso di proporre un proprio “manifesto” per “stralciare” la norma che prevede questa pratica. La proposta dovrebbe arrivare in aula il 26 gennaio, ma potrebbe slittare al 28. Troppo pochi i giorni per cercare di sanare la frattura. A guidare la fronda ci sono il democratico Alfredo Bazoli e Ernesto Preziosi, ex vicepresidente di Azione Cattolica. La paura è che l’approvazione di questa norma possa portare alla pratica dell’utero in affitto e all’equiparazione delle unioni civili con il matrimonio.

I numeri al Senato

I numeri al Senato

I numeri sono risicati. Inoltre anche Forza Italia sembra aver fatto dietrofront. «Nella legge troppi punti critici», ha dichiarato Berlusconi che vuole preservare la compattezza dei gruppi parlamentari. Ci sarà libertà di coscienza sul voto, annunciano dalla direzione del partito, ma la linea sarà quella del no. «Siamo favorevoli alle unioni civili, ma non al progetto Cirinnà», ha precisato l’ex cavaliere. Di parere opposto Stefania Prestigiacomo: «Questo è un passaggio epocale non possiamo rimanerne esclusi».

Il Ddl Cirinnà non è l’unico progetto sui diritti civili; a marzo arriverà alla Camera la discussione sul fine vita. È la prima volta. L’annuncio è stato dato da Arturo Scotto, capogruppo di Sinistra Italiana, sul suo account Twitter:

Esulta l’associazione Luca Coscioni, che da anni si batte per una legge sull’eutanasia: «Un grazie speciale va a tutte le persone malate che si sono mobilitate finora insieme a noi per raggiungere questo traguardo», ha scritto sulla propria fanpage di Facebook,
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