La Camera ha approvato con 211 voti a favore, 2 contrari e 29 astenuti (Sinistra italiana e Movimento Democratico e Progressista) la proposta di legge che disciplina i giudici che intraprendono la carriera politica. Il Senato dovrà valutare le modifiche introdotte a Montecitorio sui paletti di accesso per i magistrati che scelgono di candidarsi e per quelli che vogliono tornare al proprio lavoro dopo un’esperienza politica. Chi vuole essere eletto deve candidarsi in una sede diversa da quella dove ha svolto la propria attività negli ultimi 5 anni. Comprenderà tutti i tipi di giudici e anche chi non sarà eletto dovrà astenersi dallo svolgere funzioni inquirenti per almeno 2 anni. Respinto l’emendamento M5S che voleva lo stop all’avanzamento di carriera dopo l’esperienza politica. Chi invece era stato eletto sarà obbligato al cambio sede e a 3 anni di sole funzioni giudicanti collegiali. Non potrà in questo periodo ricoprire né l’incarico di inquirente né assumere funzioni direttive.
Attualmente nove magistrati sono eletti in parlamento, ma ci sono anche ministri e sindaci. Da Di Pietro a Emiliano, ecco i sette volti dei più noti magistrati che hanno ricoperto cariche nella politica italiana.