Giulio Andreotti sosteneva che la vera arte politica è la politica estera. E l’ottimismo trapelato a seguito del vertice di Roma tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il vicepresidente americano JD Vance e la presidente della Commissione Ue Ursula von dei Leyen mostra che a Palazzo Chigi le priorità sono chiare: evitare la frattura diplomatica e commerciale tra le due sponde dell’Atlantico.
Il commercio internazionale – L’incontro è avvenuto dopo la messa di insediamento di papa Leone XIV con una trilaterale a sorpresa che apre spiragli per una nuova fase nelle relazioni Usa-Ue. Al centro, con le parole di Vance, c’è stato «l’inizio di negoziati per vantaggi commerciali a lungo termine» in vista di un accordo economico da siglare entro l’8 luglio, quando scadrà la pausa sui dazi concessa dal presidente Trump il 9 aprile. Sul piatto ci sono 1.500 miliardi di interscambio totale, la più grande zona commerciale al mondo, con la Germania (161 miliardi) e l’Italia (66 miliardi) che hanno le due maggiori fette nelle esportazioni verso gli Stati Uniti. «Ciò che ci unisce» ha dichiarato con positività Von der Leyen «è che insieme vogliamo un buon accordo per entrambe le parti. Sui dazi sono fiduciosa, troveremo una soluzione».
L’Occidente e l’Ucraina – Aprendo il vertice, Meloni ha ringraziato i due ospiti e rivendicato il ruolo di mediazione tra le istituzioni europee e gli Stati Uniti, con l’obiettivo di rafforzare «l’unità dell’Occidente». Un’Europa amica dell’America: è questa la visione che la premier aveva proposto a Donald Trump un mese fa a Washington, e che ora prende forma con quello che auspica essere «un nuovo inizio» per due continenti chiamati ad «affrontare insieme le grandi sfide globali». L’unità dovrà passare dai valori comuni, che Meloni indica in «libertà, democrazia e centralità della persona» e anche dall’impegno concreto per metter fine alla guerra in Ucraina. Vance approva e concede: «Sappiamo quanto siete impegnati per la fine della guerra. E di questo vi ringrazio». Un passo avanti per chi, solo due mesi fa, definiva gli europei «patetici» e «scrocconi».
I volenterosi – Patto con gli Stati Uniti e, insieme, unità europea. Nel disegno del governo italiano le due istanze procedono di pari passo e non sono in contraddizione. Per questo la presidente del Consiglio ha annunciato, in una nota, di aver partecipato nella tarda serata di domenica a una conversazione telefonica con il presidente americano, insieme a Keir Stramer, Emmanuel Macron e Friedrich Merz – rispettivamente leader di Regno Unito, Francia e Germania – per consultazioni prima dell’annunciata telefonata che Trump avrà oggi con il presidente russo Vladimir Putin. Perde intanto di credibilità la cornice di sicurezza immaginata da Parigi e Londra che prevedeva di aggregare singoli Stati – i cosiddetti “volenterosi” – disposti, anche senza un mandato delle Nazioni Unite, a inviare truppe in Ucraina dopo un cessate il fuoco. Berlino si è infatti detta unicamente disposta ad approfondire il formato, mentre la Polonia si è sfilata dal gruppo.