Durante la conferenza stampa di presentazione del bilancio del suo primo anno come sindaco della Capitale, Virginia Raggi mostra delle slide, il prima e il dopo, di alcune strade di Roma asfaltate di recente. «Ho sentito Beppe Grillo, mi ha incitato ad andare avanti e continueremo a lavorare», e si dà un sette e mezzo come voto per questi primi 365 giorni in Campidoglio. Ma il momento è tutt’altro che sereno per lei. Dopo l’arrivo della notifica della chiusura delle indagini per falso e abuso d’ufficio (per cui Raggi rischia il rinvio a giudizio e quindi il processo), arrivano le critiche dal vertice del Movimento 5 Stelle, nelle parole di Alessandro Di Battista: «È stato il più grande errore di Virginia, essersi fidata di quelle persone. Eppure gliel’avevamo detto tutti».

Le nomine – Il riferimento del deputato pentastellato è all’ex capo della segreteria politica, Salvatore Romeo (firmatario di due polizze a vita in favore di Virginia Raggi “per legame personale”, su cui indaga la Procura), e all’ex capo del personale, Raffaele Marra, arrestato lo scorso dicembre e ora ai domiciliari per corruzione in concorso con l’immobiliarista Sergio Scarpellini. È a causa delle loro nomine in Campidoglio che Raggi è indagata e sotto il mirino della magistratura: le accuse sono di falso e abuso d’ufficio. E nuovi dettagli sul rapporto fra Raffaele Marra e il sindaco di Roma emergono dalle intercettazioni del nucleo investigativo dei Carabinieri della Capitale, che confermerebbero il ruolo attivo dell’uomo nell’iter di promozione del fratello, Renato Marra, alla direzione dell’ufficio Turismo del Comune.

L’intercettazione – «È arrabbiatissima. Addirittura ha usato parole del tipo ‘me l’hai messa in c…’. È arrabbiata perché non gliel’ho detto sufficientemente. Dice ‘ma non me l’ha fatto capire bene, non me l’ha detto con quella chiarezza che mi serviva’». Così Raffaele Marra nell’intercettazione in cui parlava a ruota libera con l’assessore al Commercio, Adriano Meloni, e poi con un’amica di nome Concetta. Prima del suo arresto per corruzione. «La prossima volta le faccio un esame psicologico pe’ capi’ come te lo devo dire. È ‘na follia, guarda», afferma Marra con una nota ironica nella voce. E all’ipotesi che la nomina del fratello Renato possa essere annullata dichiara: «Revocate me. Dico ‘ho sbagliato io, ne prendo atto e andiamo avanti. Non vi faccio ricorso, revocate me'”».

La critica – Severe le parole di Alessandro Di Battista, che ospite a La Gabbia Open su La7, ha affermato: «Virginia nei primi mesi ha commesso un errore e lo ha ammesso decine di volte, cioè fidarsi di un soggetto chiacchierato, noi glielo avevamo detto. Quando arrestarono Marra fui anche contento perché in un certo senso ci eravamo tolti un problema». Un problema che però non è totalmente risolto, perché il sindaco di Roma rischia il rinvio a giudizio per falso proprio in relazione alle nomine di quei “soggetti chiaccherati”. Virginia Raggi si difende così: «Ritengo di aver agito in buona fede e spiegherò le mie ragioni ai magistrati».

Nervi tesi – E Di Battista non è l’unico nome del vertice a 5 stelle con cui Raggi sembra avere qualche attrito. Alla possibilità che la deputata pentastellata Roberta Lombardi si candidi alla presidenza della Regione Lazio (per cui si dovrebbe votare in primavera), il sindaco di Roma ha replicato: «Esistono le primarie e credo possa dare ancora tanto in Parlamento». Fra le due ci sono da tempo tensioni: basti pensare al fatto che è stata proprio la Lombardi la prima a tirar fuori la questione delle polizze di Romeo a favore di Raggi, e prima ancora era stata la deputata a puntare il dito contro Marra definendolo «il virus che ha infettato il Movimento 5 stelle» e chiedendone l’allontanamento.

Avanti – Nonostante tutto Virginia Raggi va avanti e alla presentazione del bilancio dice: «Siamo orgogliosi di iniziare a presentare il lavoro fatto nel primo anno di consiliatura. Riteniamo fondamentale dialogare costantemente con cittadini che ci hanno eletto. È stato un primo anno intenso ma pieno di opportunità, perché i cittadini hanno chiesto di cambiare il corso dell’amministrazione degli ultimi 20 anni e noi stiamo facendo un cambiamento radicale. La città trovata era ferma». Non sembra altrettanto soddisfatto Luigi Di Maio, deputato del M5s, che all’indirizzo del sindaco ha detto: «Mi aspetto che dal secondo anno si mettano in atto quegli interventi che diano percezione del cambiamento». Che più che un augurio, suona come un avvertimento.