Mariastella Antonino, direttrice della Biblioteca Universitaria di Bologna, e il professore Mauro Perani, Bologna 28 Maggio 2013 (Foto: ANSA)

Ha dovuto aspettare più di un secolo il rotolo più antico nel mondo della Torah, l’insieme dei libri sacri ebraici, prima di essere riportato alla luce nella Biblioteca Universitaria di Bologna. Rimasto nell’archivio per un periodo imprecisato, forse per dei secoli, alla fine dell ‘800 era capitato tra le mani dell’allora bibliotecario Leonnello Modona. Ma quest’ultimo l’aveva liquidato come un modesto manoscritto del XVII secolo.Tutto a causa della grafia, “un carattere italiano piuttosto goffo”, come aveva annotato il bibliotecario, che in realtà oggi si rivela di essere una grafia orientale molto elegante, il modo di vergare la Torah prima che il filosofo Maimonide (morto nel 1204) fissasse in maniera definitiva la normativa rabbinica relativa alla scrittura del Pentateuco.

A scoprire l’errore è stato il professor Mauro Perani, ordinario di Ebraico dell’Alma Mater, mentre stava redigendo il nuovo catalogo dei manoscritti ebraici della biblioteca. “A quel punto, ho parlato di questo rotolo con alcuni tra i massimi esperti mondiali ed ho inviato loro delle foto. Tutti erano d’accordo nel datarlo tra il XII e il XIII secolo”, ha ricordato Perani durante l’esposizione del rotolo avvenuta il 28 maggio nell’Aula Magna della Biblioteca Universitaria di Bologna. Ipotesi, quella, confermata dai test al carbonio effettuati dal centro di datazione e diagnostica dell’Università del Salento e dal Radiocarbon dating laboratory dell’Universita” dell’Illinois, che hanno collocato il manoscritto della Torah tra la fine del XII secolo e l’inizio del XIII secolo, facendone il più antico rotolo ebraico completo della Torah oggi conosciuto.

Anna Lesnevskaya