«Arrivederci Skype, benvenuto Teams». Si presenta così il 5 maggio la schermata di apertura di Skype per gli utenti affezionati che ancora usavano la piattaforma di comunicazione. Microsoft, l’azienda proprietaria, ha appena compiuto 50 anni e come regalo ha deciso di chiudere il sito per messaggistica e chiamate online nel suo ventesimo anno di età. In realtà la notizia era già stata preannunciata a febbraio, ma oggi è successo davvero. Il sito non è più operativo né per gli utenti gratuiti né per quelli paganti: unico sopravvissuto è Skype for Business, solo per il mondo aziendale. Skype convergerà in Teams, l’altra piattaforma di comunicazione sempre della società di Redmond. L’obiettivo è stare al passo con la concorrenza di app come WhatsApp, Google Meet o Zoom.

L’eredità e l’erede – Come ha detto il co-fondatore Zennström «Skype è stato un prodotto rivoluzionario per il suo tempo». Nonostante un lento declino, ha influito non solo sullo sviluppo dei social network, ma ha anche contribuito alla nascita di più di 900 startup nate dalle menti dei suoi ex dipendenti. Se oggi decine di app hanno chiamate via Internet integrate è quasi del tutto merito di Skype, sia perché ha influito culturalmente sul modo di comunicare online, sia per le tecnologie usate. La nuvoletta azzurra infatti fu tra le prime a introdurre la crittografia end-to-end: un sistema di protezione degli utenti per cui i dati vengono crittografati sul dispositivo di chi invia il messaggio e decrittografati solo sul dispositivo del destinatario, senza che nessuno – nemmeno la stessa azienda – possa vedere le informazioni scambiate.
In ogni caso, Skype non c’è più e il suo erede naturale è Teams, su cui Microsoft sta in realtà puntando da tempo. Gli utenti di Skype infatti possono ora accedere con le stesse credenziali a Teams Free. In questa fase di transizione i contatti e le chat sono stati trasferiti in automatico da uno all’altro e per un periodo limitato hanno anche concesso alle persone di comunicare tra loro sulle due piattaforme. Da oggi però il passaggio è definitivo: o si passa a Teams oppure la piattaforma ha invitato a scaricare i propri dati prima che vengano cancellati del tutto. Teams ripropone molte delle funzioni di Skype tra cui chiamate individuali e di gruppo, messaggi, condivisione di file e integrazione del calendario. Verrà a mancare però la grande peculiarità della piattaforma: la possibilità di effettuare o ricevere chiamate con un numero tradizionale.

I motivi della chiusura – Le prime difficoltà sono nate da errori strategici delle società di volta in volta proprietarie: orizzonti di sviluppo limitati, di breve periodo e che non tenevano conto delle innovazioni che il mondo stava vivendo. Di fatto è stato sprecato un enorme vantaggio tecnologico e di clientela guadagnato nel tempo. La società proprietaria dal 2005 era eBay che però vende nel 2011 a Microsoft per 8,5 miliardi di dollari. La società di Redmond però non riesce ad affrontare i sempre più numerosi problemi della piattaforma e decide di riprogettare del tutto l’azienda nel 2017. Una scelta per cui molti utenti abbandonarono l’applicazione. Altro punto debole, sempre frutto di errori di prospettiva della proprietà, fu perdere il treno del “mobile-first”, ovvero superare il mondo dell’ampio schermo del computer per muoversi verso gli smartphone e quindi le applicazioni per telefoni. Un passaggio che invece la concorrenza fu in grado di cogliere: WhatsApp, Messenger, FaceTime nel frattempo si erano affermate con videochiamate semplici e messaggistica affidabile. Il colpo di grazia però è arrivato nel 2020 con la pandemia di Covid-19: gli utenti chiusi in casa per comunicare tra loro non utilizzavano più Skype ma le altre piattaforme. In particolare Zoom, software nato nel 2011 ma il cui utilizzo è esploso proprio durante il lockdown.

Storia – È il 29 agosto 2003 quando uno svedese, Niklas Zennström, e un danese, Janus Friis, decidono di rivoluzionare per sempre il mondo di Internet. Fondano Skype con l’obiettivo di connettere le persone su tutta la terra tramite la rete. Il successo è quasi immediato con diecimila download il primo giorno e più di 10 milioni di utenti solo un anno dopo. La vera innovazione avviene nel dicembre 2005 quando vengono introdotte le videochiamate: l’apice nel 2010 con 300 milioni di chiamate in tutto il mondo, 660 milioni di utenti e 40% delle chiamate internazionali del pianeta. Il grande vantaggio che la piattaforma offriva era la tecnologia VoiP, un sistema che permette di telefonare su tutto il globo utilizzando Internet anziché la rete telefonica tradizionale, con tariffe bassissime e del tutto fuori mercato. Ma non è solo una questione di numeri, Skype ha rivoluzionato il modo di relazionarsi, ha permesso a centinaia di milioni di persone in giro per il mondo di restare in contatto, ovunque, sempre e gratuitamente. Unica prerogativa era avere una connessione e un computer. Tutto questo scambiando dati peer to peer (una rete in cui ogni dispositivo comunica direttamente con gli altri, senza un server centrale). Oggi sembrano cose scontate, strumenti che quotidianamente si usano, ma per i primi anni 2000 fu un’enorme novità che aprì i confini delle comunicazioni online. Per rendersi conto, si sta parlando di anni in cui non esistevano ancora né l’IPhone né WhatsApp: sembrano due ere fa, e forse lo sono davvero.