apiPesticidi? Le api ne vanno matte. Anzi, sembrano non poterne fare a meno, ad un certo punto. Come i fumatori con la nicotina. Arriva anche a questo risultato una ricerca, che – al di là della particolarità- costituisce un campanello d’allarme. Geraldine Wright – scienziata della Newcastle University –  in uno studio pubblicato su Nature ha osservato infatti che l’ape da miele (Apis mellifera) e il bombo (Bombus terrestri), altro tipo di insetto, non evitano il nettare contaminato da tre dei pesticidi più comuni (Imidacloprid, Clothianidin e Thiamethoxam). Anzi, a guidicare dal loro comportamento, che è stato analizzato a lungo, le api sembrano preferire questi fiori agli altri. Elemento questo che va ad aumentare il rischio sopravvivenza per un insetto fondamentale per l’ecosistema, già minacciato da parassiti, diminuzione del nettare e utilizzo, appunto, di pesticidi dentro i semi.
Il dibattito sugli effetti che le sostanze chimiche, usate per allontanare i parassiti, possono avere sulle api è molto acceso all’interno della comunità scientifica. C’è chi collega il cattivo stato di salute degli sciami all’utilizzo crescente dei pesticidi e chi difende li difende, convinti che “col tempo le api – si legge su Nature – imparano a evitare le piante trattate”. Una tesi, in realtà, confutata dagli ultimi studi. Invece di stare alla larga dal polline trattato chimicamente, le api lo cercano. E lo succhiano, mettendo a rischio la loro stessa sopravvivenza.
Anche un secondo studio, condotto da Maj Rundlöf –  dell’Università svedese di Lund – arriva a questa conclusione. Si è visto infatti che se portati in campi trattati, gli sciami di api selvatiche si dimezzano. 
Per ora, questi tre pesticidi più diffusi sono stati proibiti dall’Unione europea: l’EFSA (Agenzia europea per la sicurezza alimentare) ne ha vietato l’uso fino a dicembre. Negli Stati Uniti invece non esistono restrizioni. «Gli studi devono essere rivisti in altri contesti», contesta Nick von Westenholz, amministratore delegato della Crop Protection Association, che rappresenta i principali produttori di pesticidi Bayer e Syngenta.  Secondo Westenholz i risultati delle ricerche sarebbero discutibili, come i livelli di pesticida trovati nel polline delle api rispetto agli studi fatti in precedenza.Flavio Bianco