Apple ha annunciato che pagherà altri 113 milioni di dollari per risarcire i suoi clienti in seguito allo scandalo del cosiddetto “batterygate”, nel tentativo di chiudere il caso che sta drenando risorse al colosso tecnologico. L’azienda di Cupertino venne accusata nel 2017 di aver inserito negli iPhone 6, 7 e SE una riduzione delle prestazioni in caso di batterie usurate, senza però metterne a conoscenza i consumatori. Il tutto, secondo le tesi dell’accusa considerate fondate dalla giustiza americana, per spingere i clienti ad acquistare nuovi modelli con ulteriori profitti per l’azienda californiana.

Scarsa trasparenza – La questione ha coinvolto milioni di cittadini in 33 stati americani, più il distretto di Columbia, che hanno accusato Apple di scarsa trasparenza e chiarezza nei confronti degli acquirenti. Un software automatico, una volta riconosciuta l’usura della batteria, riduceva – senza informarne i possessori – le capacità del dispositivo, generando rallentamenti nelle normali funzionalità del telefono. Da parte sua, il gigante nato dal genio di Steve Jobs ha rifiutato di rilasciare commenti, pur avendo spiegato – riporta la Bbc – che il tutto serviva a preservare la durata della batteria.

Già pagati 500 milioni – Ma – giustificazioni a parte – resta il fatto che questo caso, diventato così famoso da meritarsi il suffisso “gate” che dall’epoca dello scandalo Watergate (1972) contraddistingue le grandi vicende giudiziarie americane, ha avuto per Apple un prezzo assai caro. La notizia del nuovo risarcimento di 113 milioni arriva solo pochi mesi dopo l’epilogo di una prima class action – l’azione giudiziaria collettiva – intentata per lo stesso motivo contro la multinazionale e costata 500 milioni di dollari.

Accuse di manipolazione – A rendere indifendibile, secondo i clienti, la posizione di Apple è soprattutto la mancata chiarezza nei loro confronti: «Le grandi aziende Tech – si legge sul sito della tv dell’Arizona Kvoa – devono smettere di manipolare i consumatori e dire loro tutta la verità sulle loro pratiche e prodotti» ha dichiarato a proposito dell’ultima promessa di risarcimento Mark Brnovich, procuratore generale dell’Arizona, ai cui cittadini spetteranno 5 dei 113 milioni stanziati.

Clienti italiani – Nella lunga lista dei Paesi in cui Apple ha dovuto versare ingenti somme nel tentativo di mettere la parola fine al batterygate c’è anche l’Italia. Nello specifico era il 2018, quando il Tar del Lazio respinse il ricorso presentato da Apple contro la sentenza dell’Antitrust che aveva imposto alla big company il pagamento di una multa di 10 milioni di euro per obsolescenza programmata. Apple, da parte sua, sembra aver imparato la lezione: dopo aver perso fior di milioni, il colosso si è impegnato a dare ai clienti informazioni veritiere attraverso il suo sito web, gli aggiornamenti di software e le impostazioni degli iPhone.