Esempio di etichetta intelligente (fonte Università di Bologna)

Legate a un oggetto o a una persona, permettono di individuarne a distanza la posizione. Per farlo, raccolgono energia dall’ambiente. Sono le etichette intelligenti e presto vedranno la luce, grazie agli studi del progetto Greta (Green Tags), coordinato dall’università di Bologna e finanziato con oltre un milione di euro dal ministero per l’Istruzione, l’università e la ricerca.

Serviranno a tracciare le merci lungo le catene produttive, a controllare i movimenti delle persone autorizzate al transito in determinate aree, a monitorare i parametri ambientali e a tenere sotto controllo pazienti e farmaci. Permetteranno di realizzare cerotti poco invasivi per controllare i parametri biometrici e di verificare se un cibo da conservare al fresco è uscito dalla catena del freddo. Logistica, sicurezza, energia e salute: le super-etichette, insomma, troveranno applicazione nei campi più disparati.

Non a caso il loro potenziale economico è elevatissimo: «il mercato dei soli sistemi di localizzazione ammonterà a più di 4 miliardi di dollari nel 2022», stimano Marco Chiani e Davide Dardari, docenti di Telecomunicazioni al dipartimento di Ingegneria dell’energia elettrica e dell’informazione G.Marconi, del Campus di Cesena.

Il progetto vede il coinvolgimento di circa 30 ricercatori italiani. Ha una durata triennale, ma i prototipi potrebbero essere pronti anche prima del 2016. Le etichette saranno realizzate stampando i circuiti elettronici su materiali eco-compatibili riciclabili, come carta o polietilene, e dovranno essere energeticamente autonome. L’obiettivo è di produrre etichette a basso costo, da destinare agli usi più banali e quotidiani, accanto a prodotti più sofisticati, in grado di assolvere funzioni più complesse, come il tracciamento delle persone.

Giulia Carrarini