«Come ti addormenti?», «Può venirti l’influenza?», «Cosa pensi degli youtuber?», «Si vede il mare dello spazio?», «E la neve sulle montagne?», sono solo alcune delle domande che studenti e studentesse delle scuole di tutta Italia hanno rivolto a Samantha Cristoforetti, l’astronauta che lunedì 13 marzo ha raccontato al Museo Leonardo da Vinci di Milano la sua avventura nello spazio. L’evento è stato organizzato dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e dal Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci di Milano.

Samantha Cristoforetti all’auditorium del Museo Leonardo da Vinci di Milano (foto di Novella Gianfranceschi)

Missione spaziale – Le prime domande nell’auditorium del Museo le fa lei. Samantha Cristoforetti, nata a Milano il 26 aprile 1977, prima donna italiana negli equipaggi dell’Esa e prima donna europea a capo della Stazione spaziale internazionale, chiede da dove arrivano le ragazze e i ragazzi seduti in platea. Marche, Trentino, Sardegna, Campania, Lombardia.  «Marte?», scherza facendo finta di aver capito “Marte” invece che “Marche”. Poi racconta la sua ultima missione spaziale con una serie di fotografie che scorrono sullo schermo della sala: lei che fa yoga, lei che si allena con i pesi, lei che legge, lei che cena con i colleghi della Crew-4. Fa tutto nello spazio, in assenza di gravità. La Crew-4 è il gruppo di astronauti che il 27 aprile 2022 a bordo della nave spaziale Crew Dragon Freedom è decollato per la Missione Minerva. Tra loro l’astronauta italiana che sul palco ha parlato della sua esperienza e degli esperimenti che sono stati fatti per la Missione: coltivazione di piante in assenza di suolo e gravità, studi sul metabolismo umano, sull’esposizione al rumore, sulla fisica di alcuni materiali.

Missione divulgazione – L’incontro organizzato a Milano è l’evento conclusivo di Esero Italia, un programma congiunto tra l’Agenzia Spaziale Italiana e l’Agenzia Spaziale Europea, che ha l’obiettivo di far avvicinare gli studenti alle materie tecnico-scientifiche attraverso l’insegnamento dello spazio. Tantissime scuole hanno partecipato da oltre dieci Regioni. «Per far appassionare ragazzi e ragazze alla scienza bisogna emozionarli, può essere un film, una serie tv o missione spaziale», afferma Cristoforetti. Poi risponde a una studentessa che le chiede se ha mai dubitato delle sue capacità: «Ogni tanto capita, ma per imparare ad avere fiducia in sé stessi bisogna vivere esperienze che ci mettono in difficoltà». Alla fine c’è tempo per fotografie e autografi. Alcuni ragazzi si fanno firmare il libro Guida galattica per autostoppisti di Douglas Adams. Chissà se anche l’astronauta italiana, nella sua risposta sulle capacità e le difficoltà nella vita ha pensato al “Don’t Panic” della Guida.