Cani e gatti sono i migliori amici dell’uomo da più tempo di quanto si pensi: grazie a studi sul dna due team di ricercatori californiani, rispettivamente del Dornsife College dell’Università della California del Sud e dell’UCLA, hanno scoperto che per datare gli antenati più antichi delle due specie si deve guardare più indietro del previsto.
Il primo fossile di gatto al mondo sarebbe stato identificato nel 2010 in Tibet da Jack Tseng, allora studente all’USC Dornsife College e oggi assegnista di ricerca al museo di Storia Naturale di New York, e dalla sua squadra. Dopo tre anni studi anatomici e sul Dna, Tseng e la sua squadra hanno indicato quel teschio come il più antico mai trovato.
Sarebbe anche la testimonianza di una nuova specie – la “Panthera Biltheae”, chiamata volgarmente “grande gatto” – che fa fare un notevole salto all’indietro all’albero genealogico del felino, fino a 4,10 e 5,95 milioni di anni fa. Fino a oggi il più antico frammento di “grande gatto” era infatti un dente trovato in Tanzania negli anni ’70 e risalente a 3.6 milioni di anni fa. La notizia è stata annunciata il 13 novembre scorso in un documento pubblicato dalla Royal Society of Biological Sciences di Londra.
Sono andati invece molto più indietro i biologi dell’Ucla coordinati dal professor Robert Wayne: in uno studio presentato al meeting di Biologia dei Genomi a New York hanno stabilito che l’origine dei cani domestici sarebbe da rintracciare nei lupi addomesticati dai cacciatori Europei oltre 18 mila anni fa. I biologi hanno paragonato il Dna mitocondriale dei fossili con quello di 77 cani, 49 lupi e 4 coyote: “Abbiamo scoperto che i cani moderni sono direttamente imparentati con gli antichi lupi europei, oggi estinti – ha spiegato il professor Wayne- Questo allinea la genetica all’archeologia”.
Alexis Paparo