Il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker può dire di aver raggiunto almeno uno dei suoi obiettivi: la fine del roaming. Il costo aggiuntivo pagato dal cliente per utilizzare il proprio cellulare fuori dai confini nazionali verrà abolito a partire dal 15 giugno. La decisione è stata presa dall’Europarlamento e dal Consiglio europeo che nella notte tra il 31 gennaio e l’1 febbraio hanno fissato il tetto massimo dei prezzi all’ingrosso che gli operatori applicano tra loro. Il provvedimento, che va confermato da un voto finale di Parlamento e Consiglio, riguarda chiamate, messaggi e anche l’utilizzo di Internet per tutti i cittadini europei che si muoveranno nel territorio dell’Unione. Vediamolo in dettaglio.
Come funziona. Quando il cliente di una società di telecomunicazioni passa dal suo paese ad un altro, si collega ad un operatore attivo in quel territorio. Questo gli consente di utilizzare comunque il proprio smartphone ma, per farlo, deve entrare in modalità roaming e pagare un costo di gran lunga maggiore a quello previsto dalla sua tariffa. Le istituzioni europee hanno cercato per anni di limitare queste somme, frutto di accordi bilaterali tra le singole compagnie. Ora sembrano esserci riuscite. Secondo il Consiglio, grazie a questa intesa i costi si abbasseranno del 90%. Per essere più precisi, le chiamate verranno 0,032 euro al minuto anziché 0,05 mentre per i messaggi si passa da 0,02 a 0,01 euro. Il risparmio maggiore è previsto per l’utilizzo di Internet che dagli attuali 50 euro per GB si abbassa fino ai 7,7 euro per arrivare a 2,5 nel 2020.
Mercato unico. «Questo era l’ultimo pezzo del puzzle. Al 15 giugno, gli europei saranno in grado di viaggiare nell’Unione senza tariffe roaming» ha dichiarato Andrus Ansip, vice presidente per il cercato unico digitale che ha poi aggiunto di essersi assicurato di non danneggiare la concorrenza tra gli operatori che potranno comunque «continuare a competere per fornire le offerte più attrattive nei loro mercati domestici». A Bruxelles festeggiano. Secondo i negoziatori l’accordo è un simbolo politico, prima ancora che economico/tecnologico. «È tra le misure che possono dimostrare agli occhi dei cittadini quanto l’integrazione europea possa essere utile». Ma non tutti la pensano così.
Le critiche. L’esperto di telecomunicazioni Innocenzo Genna non è affatto soddisfatto dell’accordo. Nel suo blog sostiene che le offerte attuali siano più economiche di quelle proposte dalle istituzioni europee. «Mentre tutti sono d’accordo sul fatto che la fine del sovrapprezzo del roaming sia un beneficio per i consumatori, è triste vedere che questo meccanismo inficerà la competizione e porterà ad un rapido aumento delle tariffe ovunque in Europa … che al momento si aggirano su 1 o 2 euro per ogni GB». Genna scrive perciò vi saranno dunque delle perdite per gli operatori che «saranno costretti a aumentare le tariffe interne o a smettere di fornire il servizio roaming». Secondo David Borelli del Movimento 5 Stelle questo avrà degli svantaggi sia sui piccoli operatori che«difficilmente riusciranno a sostenere i costi per garantire il roaming zero a chi viaggia», sia sui consumatori che «già in questi mesi hanno subito rialzi ingiustificati delle tariffe da parte delle compagnie telefoniche».