neuroni ricreati da cellule staminali

Neuroni ricreati da cellule staminali

Invecchiare fisicamente non significa invecchiare mentalmente. E la scienza lo dimostra. Uno studio italiano da poco pubblicato su Pnas (il giornale ufficiale della United States National Academy of Sciences) chiarisce che le cellule nervose possono vivere più a lungo dell’organismo che li ha generati. Il neurochirurgo Lorenzo Magrassi, dell’Università di Pavia, in collaborazione con Ferdinando Rossi e Ketty Leto, dell’Università di Torino, e l’Istituto di genetica molecolare del Cnr ha condotto una serie di esperimenti con l’obiettivo di dimostrare come la sopravvivenza delle cellule neurologiche sia strettamente connessa con l’ambiente in cui si trovano.

I ricercatori hanno trapiantato cellule cerebrali embrionali di un topo, che ha vita media di circa un anno, nel cervello di un ratto che ha una vita media più lunga di circa due anni. Hanno quindi visto che le cellule si sono integrate e ambientate perfettamente nel nuovo tessuto neurologico al punto da sopravvivere alla morte dell’ospite: due anni in più rispetto a quanto avrebbero fatto nel topo donatore.

Il risultato porta a pensare che anche per l’uomo il prolungamento della vita non debba comportare necessariamente una progressiva perdita di cellule neurologiche. E questo contraddice anche l’idea gli sforzi per prolungare la vita media dell’uomo – grazie al miglioramento dello stile di vita e delle cure – sarebbero resi vani dall’inevitabile invecchiamento del cervello che, anche in assenza di patologie, non può sostituire i neuroni persi. La sopravvivenza dei neuroni non è geneticamente prestabilita, ma può essere “determinata” dal cervello.

Resta ora da capire quali fattori influiscono sulla qualità della vita dei neuroni e quali nuove cure possono essere sperimentate per le malattie neurodegenerative.

Maria Elena Zanini