Il sistema europeo per lo scambio di emissioni (ETS) rischia di scomparire. Martedì 16 aprile il Parlamento europeo ha infatti respinto la proposta della Commissione europea di rinviare le aste per aumentare i prezzi delle quote di gas inquinanti. Significa che il tentativo della Commissione europea di rafforzare economicamente la lotta all’inquinamento nei 27 Paesi dell’Unione rischia di arenarsi definitivamente.

Lo scontro è iniziato lunedì 15, quando un gruppo di ong ha presentato in sede europea un report critico sulla funzionalità dell’ETS. Nel testo presentato, intitolato “Sfatando il mito dell’ETS: perché non può essere riformato e non dovrebbe essere rinnovato”, le organizzazioni puntano il dito contro il sistema che in Europa regola le emissioni di gas serra attraverso un sistema di aste e concessioni. Secondo il report, il calo dell’inquinamento registrato tra il 2008 e il 2010 non sarebbe dovuto ai disincentivi promossi da Bruxelles, bensì al calo generale della produttività dovuto alla crisi economica in corso.

In sede parlamentare, contro al rafforzamento dell’ETS si è schierato il Partito Popolare Europeo, che nella proposta della Commissione vede una sospensione delle regole di mercato previste nella compravendita delle emissioni. Se l’ETS dovesse essere sospeso, l’Europa dovrebbe cercare un nuovo sistema di incentivi per convincere le imprese ad investire di più sulle energie pulite e meno sui combustibili fossili. Un compito che, con la crisi, si prospetta ancora più difficile.

Carlo Marsilli