Da cinque anni il 15 marzo è una data che chi soffre di disturbi del comportamento alimentare segna sul calendario. Queste malattie riguardano circa 3 milioni di persone in Italia. Sono anoressia e bulimia, ma anche disturbo dell’alimentazione incontrollata. Bestie nere che la cronaca quotidiana racconta come casi eccezionali che colpiscono solo le adolescenti insicure. L’idea di una giornata nazionale in cui organizzare incontri e dibattiti sul tema è stata dell’associazione Mi nutro di vita, che ha scelto come simbolo un fiocchetto lilla.
Quest’anno la giornata giunge alla sua quinta edizione nel nostro Paese. Tanti gli eventi organizzati, tra seminari e concorsi fotografici, lungo tutta la penisola. Per essere informati sulle iniziative più vicine si può consultare il sito dell’associazione o seguire il trend sui social con l’hashtag #coloriamocidililla.
Come evidenziano gli ultimi dati presentati nel 2014 da Aba, associazione milanese per lo studio, la ricerca e la cura dei disordini alimentari, dopo i primi sintomi passano in media nove anni prima della guarigione. E la fascia d’età coinvolta si sta allargando progressivamente. Sempre più spesso ad ammalarsi sono anche i bambini, tanto che si parla di “baby anoressia”. E tra i pazienti non mancano gli over 60. L’adolescenza rimane la fase più a rischio, ma a volte i primi sintomi vengono fraintesi o ignorati e le cure arrivano soltanto in età adulta.
ALCUNI DATI: La bulimia colpisce circa l’1-3 per cento della popolazione italiana, l’anoressia l’1 per cento. È vero che le donne sono le vittime principali, nel 95,9% dei casi, ma gli uomini sono una percentuale in crescita (ora al 4,1 per cento). Il range d’età va dai 10 ai 61 anni, con un’età media d’insorgenza di 17 anni. Allarmanti le incidenze di sintomi come autolesionismo (4,6 per cento), tentativi di suicidio (8,6 per cento) e depressione (35,6 per cento).
Chiara Piotto