Confucio

Il filosofo cinese Confucio (551 a.C. - 479 a.C)

“A chi non è modesto con le parole, è difficile metterle in pratica”. Chissà se, mentre impartiva questo insegnamento, il filosofo cinese Confucio poteva immaginarsi che, un giorno, quasi 2500 anni dopo, alcuni ragazzi in California avrebbero fatto della moderazione nelle parole un nuovo modo di comunicare.

In Cina ci stanno pensando seriamente: è davvero Confucio l’ispiratore di Twitter? Tutto nasce da un articolo postato su Weibo, che in Cina, dove Twitter e Facebook sono vietati e sostituiti da cloni, è il più diffuso servizio di microblogging. Il titolo del post è eloquente: “Confucio è la prima persona che ha usato Weibo”. Con tanto di prove a supporto. Secondo l’utente in questione, infatti, l’opera più famosa e studiata di Confucio, i Dialoghi, sarebbe strutturata in capitoli formati da paragrafi da meno di 140 caratteri ciascuno, esattamente lo stesso limite imposto da Twitter e dal suo clone cinese. Pochi caratteri per esprimere concetti anche profondi.

Impossibile sapere se Jack Dorsey, Evan Williams e Biz Stone, gli inventori di Twitter, si siano davvero ispirati, in modo più o meno diretto, agli aforismi confuciani quando nel 2006 iniziarono a lavorare su Twitter. Anche perché, andando a leggersi qualche paragrafo dei Dialoghi, ci si accorge che molti superano ampiamente il limite dei 140 caratteri. Vi è poi un problema filologico. Confucio visse 500 anni prima di Cristo e alcune sue celebri frasi potrebbero non essere mai state pronunciate.

Ma, alla fine, forse, a confutare la presunta paternità filosofica di Confucio per Twitter è l’idea della profondità dei concetti espressi via cinguettio. Sarebbe contento, colui che diceva “La vera conoscenza è sapere i limiti della nostra ignoranza”, di essere considerato anche l’ispiratore dei tweet isterici (e spesso sgrammaticati) dei fan di Justin Bieber e degli One Direction?

Francesco Loiacono