Il messaggio del giurista magistrato Gherardo Colombo ai giovani partecipanti «LOG23», l’evento del Corriere della Sera dedicato all’innovazione, è chiaro: studiare conviene. Serve per crescere, per diventare cittadini attivi, per impadronirsi delle proprie decisioni, per non lasciarsi comandare dagli altri o dall’ignoranza. In altre parole: per essere liberi.
Perché la Costituzione – Dal palco del Museo della Scienza e della Tecnologia, dove si è tenuto l’incontro, Colombo si è soffermato sull’importanza di studiare un testo in particolare: la Costituzione del 1948.
Il regalo dei padri costituenti, ha spiegato Colombo, è stato quello di averci consegnato un testo che ponesse al centro la dignità della persona umana e i suoi diritti universali, dopo l’abominio della seconda guerra mondiale. Ora sta a noi, ha proseguito l’ex magistrato, tutelarne il progetto, battendoci per la piena applicazione degli articoli che al momento sono lettera morta (o quasi).
Alcuni esempi? Eccone due: l’articolo 27, secondo cui «le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità». Da ricordare per battersi contro le sistematiche violazioni dei diritti dei detenuti all’interno delle carceri. Oppure l’articolo 10, che riconosce il diritto di asilo per «lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione» – altro articolo che il giurista, spesso, «vede a rischio».
Una questione di giustizia – Il concetto di «giustizia» è stato il protagonista della chiusura dell’intervento di Colombo, che ci ha tenuto a marcarne la differenza rispetto a quello di «legalità». Quest’ultimo fa riferimento al sistema di leggi in vigore, condivisibili o meno che siano; il primo, invece, aderisce ai principi etici che dovrebbero ispirare il singolo cittadino a disattendere una norma con essi incompatibile.
Il progetto del Corriere – Una forte attenzione alla conoscenza e all’umanità è stata al centro di tutti gli interventi che hanno animato la due giorni dedicata al futuro e al progresso. Il Corriere della Sera – l’organizzatore dell’incontro con studenti e partecipanti – ha deciso di insistere sul binomio tra innovazione e valori, nella convinzione che la strada progressista verso un domani più tecnologico e digitale non possa prescindere dai fondamentali: dai principi della Carta del ’48, dall’insegnamento scolastico in presenza, dalla collaborazione tra esseri umani.
Proprio il quotidiano milanese, al fine di perseguire attivamente questo ideale, ha avviato CampBus: un progetto dedicato al rapporto tra innovazione, informazione e insegnamento. Tre «i» che condividono un unico traguardo: rinnovare l’insegnamento con l’aiuto della tecnologia; coniugare la didattica tradizionale con metodi innovativi, perseguendo la strada verso scuola digitale. Il nome, CampBus, fa riferimento a un autobus vero e proprio: quello super tecnologico che ha già fatto tappa in molte città italiane. A bordo, i giornalisti del mensile di approfondimento digitale Login, che uniti ad altri professionisti, hanno già totalizzato centinaia di ore di lezioni interattive e laboratori digitali in compagnia degli studenti e i docenti dei licei di Milano, Firenze, Napoli, Roma e Torino.