Stando a quanto riportato dall’Istituto Tumori di Milano, il Covid-19 avrebbe iniziato a circolare in Italia almeno da settembre. Tuttavia, l’articolo pubblicato sul Tumori Journal con la firma – tra gli altri – del direttore dell’Istituto Giovanni Apolone, ha sollevato alcuni dubbi.
Lo studio – L’Istituto ha condotto una ricerca su 959 persone che avevano partecipato agli screening per il tumore al polmone tra settembre 2019 e marzo 2020. Tra questi, 111 (l’11,6%) presentavano nel loro sangue anticorpi contro i coronavirus di cui il 14% già a settembre, mentre il 30% nella seconda settimana di febbraio 2020. Tra tutti gli anticorpi delle persone testate, solo 6 casi testati in laboratorio hanno dimostrato di poter uccidere il coronavirus del Covid-19, ovvero il Sars-Cov-2.
I limiti – Come spiegato da Antonella Viola, immunologa dell’Università di Padova, in diretta su RaiNews24, però, «che ci possa essere una data diversa da quella che noi conosciamo è possibile, ma certo non lo dimostra questo studio». La ricerca portata avanti dall’Istituto, infatti, non rileva anticorpi specifici contro il Sars-Cov-2, ma semplicemente una cross-reattività di quelli trovati anche al virus del Covid-19. «Uno studio della rivista Science – continua Viola – ha già dimostrato che più o meno nel 10% dei pazienti c’è questa sorta di immunità agli altri coronavirus che causa questa cross-reazione. Quando sono andati a guardare quanti di questi 111 pazienti hanno effettivamente la capacità di neutralizzare l’ingresso del virus viene fuori che sono solamente 6 casi». «La ricerca – ha concluso l’immunologa – andrebbe inoltre condotta con la comparazione di diversi Kit Elisa e non solo con quello di produzione dell’Istituto, che tra l’altro non ha ancora passato la revisione».
Cosa sono gli anticorpi cross-reattivi – La cross-reattività si verifica quando il nostro sistema immunitario identifica proteine simili in due sostanze diverse e per questo è capace di rispondere in modo simile. Nel caso del Sars-Cov-2 avviene la stessa cosa. Anticorpi dei coronavirus sono capaci di legarsi anche al principale antigene di Sars-CoV-2, senza esserne mai venuti a contatto. In parole semplici, se sviluppo un raffreddore il sistema immunitario produce anticorpi contro il coronavirus che me lo sta inducendo. Questi anticorpi rimangono dentro il corpo e possono riconoscere anche altre proteine simili, in questo caso la Spike del Sars-Cov-2.