Competitor scomodo o pericolo pubblico? Salita agli onori della cronaca di tutto il mondo, Deepseek è stata capace di far tremare l’intera Silicon Valley per poi scomparire dagli store (almeno da quelli italiani) nel giro di pochi giorni. Di certo il suo R1, un modello specializzato nel problem-solving avanzato e nel cosiddetto reasoning, farà parlare di sé ancora a lungo. Intanto, però, l’app cinese – già diventata la più scaricata di tutti gli store – è finita sotto la lente di autorità e rivali nel campo dell’AI. E per tutelarsi, dopo un intervento del Garante italiano della privacy, ha probabilmente deciso di auto-ritirarsi. Almeno per ora.
Cyber(in)sicurezza – II Garante italiano per la protezione dei dati personali martedì 28 gennaio ha aperto un’istruttoria. L’ente ha inviato una «richiesta di informazioni» alle due società – Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e a Beijing DeepSeek Artificial Intelligence – fornitrici del servizio. L’Autorità per la privacy ha chiesto quali siano i dati personali raccolti, da quali fonti, per quali finalità, quale sia la base giuridica del trattamento, e se siano conservati su server collocati in Cina. Il Garante ha inoltre chiesto alle società che tipo di informazioni vengano utilizzate per addestrare il sistema di intelligenza artificiale. Entro venti giorni le aziende dovranno poi chiarire come gli utenti iscritti e quelli non iscritti al servizio vengano informati sul trattamento dei loro dati.
L’accusa americana – OpenAI, forse l’azienda più colpita dall’apparizione del concorrente cinese, ha accusato DeepSeek di aver utilizzato i propri modelli per sviluppare il sistema open-source e ha sollevato il sospetto di una potenziale violazione della proprietà intellettuale. L’azienda di Sam Altman, come riporta il Corriere della sera, ha dichiarato i propri dubbi al Financial Times: secondo il team statunitense il nuovo chatbot avrebbe sfruttato gli output del software americano per sviluppare modelli in concorrenza con OpenAI. Un’azione che andrebbe contro le condizioni di servizio.
L’impatto sui mercati – Il lancio cinese ha avuto effetti immediati sui mercati internazionali. Facendo tremare le big tech statunitensi. A Wall Street il 27 gennaio tutte le azioni tecnologiche legate all’intelligenza artificiale erano in fortissimo calo, con flessioni che in apertura andavano dal -3% di Alphabet (Google) al -13% di Nvidia. Il 29 gennaio i mercati statunitensi si sono stabilizzati: Nasdaq, listino tecnologico per antonomasia, ha chiuso in positivo (+2%), mentre tutti i titoli di Big Tech sono rimbalzati. Ma le tensioni sugli effetti di Deepseek sulle valutazioni delle grandi aziende tech americane continuano.
I contenziosi in sospeso – Nel duello geo-politico Washington – Pechino, la creazione di Liang Wenfeng è solo l’ultimo problema che si aggiunge alla lista, dopo TikTok, dazi, violazione dei brevetti e squilibri commerciali vari. Il presidente Donald Trump ha affermato lunedì che l’improvvisa ascesa dell’app «dovrebbe essere un campanello d’allarme» per le aziende tecnologiche americane. Il tycoon ha affermato di aspettarsi ancora che le aziende tecnologiche statunitensi prevalgano nel settore dell’intelligenza artificiale, ma ha riconosciuto l’alto livello della sfida lanciata da DeepSeek. E pensare che soltanto la settimana prima, durante il World Economic Forum di Davos, la responsabile degli investimenti di Alphabet (Google) , Ruth Porat, diceva: «I nostri modelli sono avanti di oltre un anno» su quelli cinesi.
Competizione sfrenata – A rendere diversa e innovativa l’impresa di Wenfeng è il costo. DeepSeek sostiene di aver raggiunto questi risultati spendendo molto meno delle aziende americane (5,6 milioni di dollari contro 100 milioni di dollari per una versione recente di ChatGPT) e usando meno microchip (2.000 contro una stima di 16 mila). Inoltre le AI di DeepSeek possono essere usate gratuitamente, al contrario proprio di ChatGPT, che ha una versione gratuita piuttosto limitata: per usare le versioni più avanzate bisogna pagare un abbonamento che va dai 20 ai 200 dollari al mese. Però se vi servono notizie un po’ scomode sulla Cina, dagli Uiguri a piazza Tienanmen, non risponde.