Pet cervello

Un'immagine del cervello ottenuta con la Pet

Le emozioni non si vedono, è vero. Ma il cervello sì. Basta un’analisi simile a una radiografia. Uno studio pubblicato sulla rivista statunitense Jama Psychiatry la consiglia prima di cominciare la terapia per la depressione. Per cercare di prevedere le reazioni del paziente alla cura. E scegliere quella più adatta a lui: sedute di psicoterapia, farmaci o tutti e due. Il cervello contiene già la soluzione.

La ricerca, firmata da Helen Mayberg della Scuola di medicina Emory di Atlanta, promette di migliorare la vita di chi soffre di depressione. Niente più terapie sbagliate perché basate solo sulle scelte del medico. Stop ai tentativi finiti male che portano a una diversa cura. E, a volte, a un’altra e a un’altra ancora. Allungando le sofferenze dei pazienti.

Per trovare subito la cura adatta, è il risultato dello studio, sarebbe sufficiente una tomografia chiamata Pet, uno strumento della diagnostica per immagini (la famiglia a cui appartengono anche radiografia ed ecografia) che in genere si usa per scoprire i tumori. Sul monitor l’area del cervello chiamata insula anteriore mostra una bassa attività? Meglio la psicoterapia. In caso contrario, saranno i farmaci a rivelarsi più efficaci.

La notizia interessa sempre più persone. Secondo le previsione dell’Organizzazione mondiale della sanità, infatti, nel 2020 la depressione diventerà la principale causa di morte, seconda solo alle malattie cardiovascolari. Dati dell’ultimo Rapporto Osservasalute alla mano, la Toscana è la regione italiana in cui si consumano più antidepressivi: 56 dosi al giorno ogni 1000 abitanti, contro le 36 della media nazionale.

Giuliana Gambuzza