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Dietro le sbarre dei social: 3 utenti su 4 prigionieri di Facebook

Cancellare il proprio account: tutti ci pensano, ma nessuno lo fa. E Mattarella invita i giovani a un "uso responsabile"

di Giovanni Marrucci | Nov 17, 2016

social-media

Una vita senza social. Forse possibile, sicuramente difficile. Lo rivela un’indagine condotta da Kaspersky Lab tra quasi 5mila utenti dei social network sparsi in 12 Paesi, Italia compresa. Per disattivare il proprio account Facebook bastano meno di dieci clic. Una mossa che più di tre utenti su quattro, secondo la ricerca, vorrebbero compiere. Ma, semplicemente, non ci riescono. Perché sui social risiede ormai una parte consistente della loro vita. E il rischio è quello che, oltre a foto, video e post, vadano persi anche i contatti con gli amici.

Al centro delle preoccupazioni di chi medita il “suicidio informatico” c’è il tempo: per il 39% degli interpellati ogni minuto passato sui social è un minuto perso. Per il 30%, invece, è una questione di privacy: mantenere attivo il proprio account su Facebook, Twitter o servizi simili significherebbe essere monitorato costantemente dai giganti tecnologici. Un tema, quello della privacy sul web, molto sensibile soprattutto fra gli utenti italiani e tedeschi. Perché, allora, rimanere online se per disconnettersi bastano pochi passi? La paura principale di quasi due utenti su tre è quella di perdere i contatti con amici e parenti, che è poi la filosofia che ha fatto emergere Facebook: facilitare le relazioni fra gli studenti, prima ad Harvard (università dove studiava il fondatore, Mark Zuckerberg) e poi in tutto il mondo.

Per alcuni, il 21% del totale, un buon motivo per rimanere sui social è il timore di perdere i propri ricordi online. In realtà servizi come Facebook e Twitter permettono di effettuare il backup dei contenuti prodotti attraverso il proprio account. Ciò che invece non sarebbe più possibile fare dopo l’uscita dai social è l’iscrizione ad altri siti o servizi online usando le credenziali di accesso dei propri account. Una vera e propria scorciatoia, che con un clic ne fa risparmiare molti altri e permette di risparmiare spazio, sia fisico che mentale, per la memorizzazione delle password.

Sull’argomento social è intervenuto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Oggi i bambini e gli adolescenti sono sottoposti a sollecitazioni e sfide nuove, quali quelle derivanti soprattutto dalla rete e dai social media – ha detto nel messaggio inviato in occasione della Giornata nazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza – Questi strumenti espongono i giovani a diversi rischi ed è importante che i luoghi di formazione dei bambini e degli adolescenti, a partire dalla famiglia e dalla scuola, spingano verso una corretta informazione ed un uso responsabile di questi mezzi».

Come mostra la ricerca del Kaspersky Lab, per la maggior parte degli utenti l’uso più responsabile che si possa fare dei social è cancellare il proprio account. C’è chi ci è riuscito traendone benefici significativi, come ha evidenziato il «Guardian» riportando le testimonianze di sette giovani inglesi. Per molti, però, divorziare da Facebook e Twitter rimane un burrone impossibile da saltare. Come in una grande prigione virtuale, dove al posto delle sbarre ci sono i ricordi di una vita.

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© 2016 La Sestina
Testata del Master in Giornalismo dell'Università degli Studi di Milano
Pubblicazione registrata al Tribunale di Milano in data 22 novembre 2005, numero 889
Direttore responsabile: Venanzio Postiglione
Redazione