Lawrence Livermore National Laboratory (Fonte: Store Norske Leksikon)

Energia illimitata senza inquinare. Da oggi, per la prima volta nella storia, potrebbe essere possibile. Questo grazie agli scienziati del Lawrence Livermore National Laboratory, in California. Il loro studio è durato oltre 50 anni e finalmente nei giorni scorsi avrebbe prodotto il risultato sperato. Secondo il Financial Times e il Washington Post, gli studiosi sarebbero stati in grado di produrre una reazione di fusione che ha generato più energia di quella usata per innescarla. Il ricavo di joules (l’unità di misura dell’energia) registrato è di circa il +20%. Dato che supera il record finora detenuto dal consorzio di ricerca europeo EUROfusion.

Impatto globale – «Se questa scoperta sarà confermata, stiamo testimoniando un momento storico», ha affermato il fisico Arhur Turrel, il cui libro “The Star Builders” ricostruisce gli sforzi fatti per raggiungere questo traguardo. Un risultato importante, su cui lo stesso inquilino della Casa Bianca Joe Biden ha voluto scommettere miliardi di dollari che sono stati stanziati tramite l’Inflation Reduction Act. A sostenere tale investimento sono stati i vantaggi che deriverebbero dalla scoperta. La fissione non necessita, infatti, di scorie radioattive o combustibili inquinanti per produrre energia. Un elemento determinante nella battaglia contro il cambiamento climatico e il rincaro dei prezzi. A guadagnare da questo processo sarebbero soprattutto i Paesi in via di sviluppo, spesso incapaci di acquistare energia nell’attuale mercato internazionale.

Annuncio in attesa – Dichiarazioni importanti, quelle pubblicate dai giornali americani e riportate dalla stampa di tutto il mondo, ma che attendono ancora una conferma ufficiale. A dare l’annuncio della scoperta potrebbe essere la Segretaria all’Energia Jennifer Granholm nella conferenza stampa indetta per il prossimo 13 Dicembre.

Processo – Ad aver ritardato la scoperta sarebbe stato il processo richiesto. Se, da un lato, la fusione ha bisogno di temperature vicine allo zero assoluto (- 273 gradi), dall’altro, il reattore utilizzato tende a surriscaldarsi, raggiungendo centinaia di milioni di gradi. Un esperimento che porta, dunque, alla creazione di due poli opposti (freddo e caldo), difficili da mantenere contemporaneamente. Nel 2005 era stata annunciata la costruzione di Iter, un gigantesco reattore a fusione nucleare che sarebbe progettato appositamente per evitare questo sbilanciamento. Il progetto si concluderà solo nei prossimi anni.